GIOVEDì 27 DICEMBRE 2018 (1Gv. 1-4 / Gv. 20, 2-8)
“Giovanni"
Ormai 10 anni fa, quando ancora c’era mia mamma, uno dei miei nipoti ha avuto una brillante idea.
Siccome ormai la sua nonna era molto affaticata e si poteva intuire che forse non sarebbe rimasta a lungo con noi, decise di andarla a trovare e farsi raccontare aneddoti, vicissitudini, ricordi riguardanti la sua vita ormai di ottant’anni.
Alcune di queste volte ebbe l’avvedutezza di registrare la loro conversazione.
Dopo la morte della nonna, avvenuta in quello stesso anno, ne fece una copia su CD che consegnò a me e a tutti gli altri miei fratelli.
La ricevetti come una reliquia e non ebbi il coraggio di ascoltarla almeno per un anno, quella registrazione. Temevo infatti che al risentire il timbro di quella voce, qualcosa dentro di me potesse crollare e quindi rimandavo continuamente il momento in cui potevo correre quel rischio.
Finalmente arrivò e fu una paralisi del tempo!
Non ho parole per descrivere cosa accadde in me…ma accadde e continuo a conservare quel CD come una reliquia.
È questo realismo che vuole evocare san Giovanni nell’introduzione della sua prima lettera: «Quello che noi abbiamo udito, quello che abbiamo veduto con i nostri occhi, quello che contemplammo e che le nostre mani toccarono del Verbo della vita».
Giovanni vuole richiamare l’esperienza che egli e gli altri apostoli hanno fatto della realtà umana di Cristo, del Signore.
Le mani sue si sono intrecciate con quelle di Gesù, il Signore!
Gli occhi suoi hanno veduto la fisionomia di Gesù, il Signore! I suoi gesti, il suo modo di fare, le sue abitudini…
Le sue mani lo hanno toccato e i suoi orecchi hanno udito la sua voce!
Nel Prologo del suo Vangelo scrisse che il Verbo si fece carne!
Ora dice che lui l’ha toccato, l’ha veduto, l’ha udito!
Il Verbo di Dio, la seconda Persona della Trinità ha un timbro di voce!
Nel Vangelo di oggi “l’altro discepolo”, che tradizionalmente la Chiesa ha identificato con lo stesso evangelista Giovanni, corre più velocemente.
In questa celerità del discepolo amato possiamo riconoscere velato il riferimento al segreto che lo animava: un rapporto particolare con Gesù, una familiarità e un’amicizia speciali.
Il Signore era un uomo capace di amicizia, che è al dire di Lewis, il meno naturale degli amori e per questo il più alto. Sul petto di Gesù, durante l’Ultima Cena, aveva posato il capo mentre poneva una domanda terribile riguardo il traditore: «Chi è Signore?».
Giovanni aveva sentito il respiro di Gesù, il movimento del suo petto mentre doveva accogliere quella domanda. Aveva sentito il battito del suo cuore, il suo odore…
È in tutto questo che si radica quella sua mirabile sintesi teologica: «il Verbo si fece carne» (Gv. 1, 14) e quella sua testimonianza di vita: «quello che noi abbiamo udito, quello che abbiamo veduto con i nostri occhi, quello che contemplammo e che le nostre mani toccarono del Verbo della vita».

IL REGALO DI FABRIZIO (Bruno Ferrero)
«Devo fare qualcos'altro?», chiese la segretaria. L'occupatissimo direttore sbirciò l'orologio e l'agenda. «Dovremmo già essere fuori da un po'. Non si combina più niente ormai».
La segretaria sorrise: «Veramente c'è ancora la lista dei regali di Natale di suo figlio. Non dimentichi che fra tre giorni è Natale!».
«Meno male che almeno lei ci ha pensato!». L'indaffaratissimo direttore sospirò. «Temo che il mio povero bambino sia un po' arrabbiato con me. E forse ha ragione. Ho così poco tempo da dedicare alla mia famiglia. Quando arrivo a casa alla sera, il bambino è già a letto. Non ci parliamo quasi mai. Ah! Ma almeno a Natale, voglio che abbia un bellissimo regalo! Solo che non ho tempo... Facciamo così: me lo compri lei. Non badi a spese. Legga la lettera e compri tutto quello che il bambino vuole».
La segretaria aprì la lettera e sorridendo scosse il capo: «E seguo sempre i suoi ordini, ma questa volta mi è proprio impossibile».
«Perché no? Possibile che ci sia qualcosa che non si può procurare oggi a un bambino di otto anni? Che cosa avrà mai desiderato? Mi faccia vedere, accidenti!».
Senza parlare la segretaria tese al direttore la letterina dei figlio. L'uomo lesse: «Caro papà, come regalo di Natale vorrei che tu per il prossimo anno tenessi da parte tutti i giorni (o quasi) mezz'ora di tempo per me. Nient'altro. Tuo figlio Fabrizio».
____...____
Oggi san Giovanni ci ricorda che Natale è festa di persone, di relazioni, di familiarità. Dio è diventato uomo e con i suoi discepoli ha stretto amicizia, ha parlato, mangiato, dormito, bevuto, scherzato, predicato, pescato…
La concretezza dell’Incarnazione e la familiarità di Giovanni ci incoraggiano.

Pace e bene, buon Natale!

Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo
Figlioli miei, quello che era da principio, quello che noi abbiamo udito, quello che abbiamo veduto con i nostri occhi, quello che contemplammo e che le nostre mani toccarono del Verbo della vita – la vita infatti si manifestò, noi l’abbiamo veduta e di ciò diamo testimonianza e vi annunciamo la vita eterna, che era presso il Padre e che si manifestò a noi –, quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunciamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. E la nostra comunione è con il Padre e con il Figlio suo, Gesù Cristo. Queste cose vi scriviamo, perché la nostra gioia sia piena.

Dal Vangelo secondo Giovanni
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala corse e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».
Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.
Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette.
  

Commenti

Post popolari in questo blog

OMELIA GIORNO DI NATALE