OMELIA GIORNO DI NATALE

LUNEDì 31 DICEMBRE 2018 (Gv. 1, 1-18)

"Carne"

C'è stato un tempo in cui questa espressione "Il Verbo si fece carne" faceva quello che doveva fare ossia far gioire!
Oggi lascia per lo più indifferenti oppure indispone. Se guardiamo a tutta l'opera che da alcuni anni ormai è in atto per trasformare il Natale in una festa senza il Bambino...
«Il Verbo si fece carne»!
Cosa vorrà dire Giovanni con questa espressione?
Perché non dice “ il Verbo si fece uomo”, ma “il Verbo si fece carne”?
È chiaro che le due espressioni si equivalgono, ma quella usata da Giovanni ha una connotazione particolare. Mette in rilievo che l’uomo che il Verbo è diventato, non è un super-uomo, ma un uomo-uomo, cioè un uomo come me e come te, non superman!

Cioè il Figlio di Dio non prende una condizione umana a livello, per così dire, della sua condizione divina, ma ha preferito una condizione umana in tutto e per tutto simile alla nostra. Anzi, da un lato ci dice che la nostra umanità è a livello della sua condizione divina. MA lo vedremo poi.
Giovanni vuole dire che il Figlio di Dio, per vivere ed esprimersi tra noi, nella storia, non ha avuto bisogno di un’umanità “super”, di una condizione umana privilegiata, ma “gli è bastata” l’umanità che ciascun essere umano è. Eccetto il peccato!
Questo "eccetto il peccato" significa che il peccato è una realtà che disvalora l'uomo, che rende l'uomo meno uomo.
Perciò non è il Figlio di Dio ad essere meno uomo, perchè non ha peccato, ma è l'uomo ad essere meno uomo.

Quindi quando diciamo che il Verbo è diventato veramente uomo, vuol dire che egli è l'uomo vero, nella sua pienezza di umanità, l'uomo che ciascuno di noi è chiamato ad essere. Egli è l'uomo vero e non l'uomo che ciascuno di noi è!
Se vuoi continuare, ascolta il video….
Pace  e bene, Buon Natale!


Dal Vangelo secondo Giovanni


In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l’hanno vinta.
Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
Era nel mondo
e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;
eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
Venne fra i suoi,
e i suoi non lo hanno accolto.
A quanti però lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
i quali, non da sangue
né da volere di carne
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito
che viene dal Padre,
pieno di grazia e di verità.
Giovanni gli dà testimonianza e proclama:
«Era di lui che io dissi:
Colui che viene dopo di me
è avanti a me,
perché era prima di me».
Dalla sua pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto:
grazia su grazia.
Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Dio, nessuno lo ha mai visto:
il Figlio unigenito, che è Dio
ed è nel seno del Padre,
è lui che lo ha rivelato

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