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DOMENICA 25 NOVEMBRE 2018
Solennità di Cristo Re dell’universo (Gv 18, 33-37)
Solennità di Cristo Re dell’universo (Gv 18, 33-37)
“ RE ”
Ogni è l’ultima domenica dell’anno liturgico.
E allora cosa ci vuole dire la liturgia con il celebrare oggi, in questa domenica, la festa di Cristo re?
E allora cosa ci vuole dire la liturgia con il celebrare oggi, in questa domenica, la festa di Cristo re?
Ci dice che come l’anno liturgico termina con la solennità di Cristo Re dell’universo, così la storia dell’umanità culmina e si compie in Cristo Re Signore dell’universo e salvatore del mondo.
Il senso della storia non lo stabiliscono i potenti della terra, i politici, gli imprenditori, i calciatori, gli attori, i miliardari…
Il senso della storia lo mostra il Signore Gesù!
Tutto converge a lui e tutto si compie lui, anche la storia degli uomini.
Il senso della storia lo mostra il Signore Gesù!
Tutto converge a lui e tutto si compie lui, anche la storia degli uomini.
Ma cosa significa dire che Gesù è re?
Soprattutto oggi che la figura del re, almeno qui da noi, è quasi ormai dimenticata, obsoleta, superata.
La maggior parte di noi sa chi è la figura del re perché l’ha studiata a scuola o l’ha sentita narrare nelle favole o vista nei cartoni animati oppure nei film.
Soprattutto oggi che la figura del re, almeno qui da noi, è quasi ormai dimenticata, obsoleta, superata.
La maggior parte di noi sa chi è la figura del re perché l’ha studiata a scuola o l’ha sentita narrare nelle favole o vista nei cartoni animati oppure nei film.
I più oggi hanno una vaga idea di chi sia il re e il Vangelo odierno non ci facilita le cose, perché ci presenta Gesù che viene consegnato e messo sotto processo da Pilato. Che razza di re può mai essere uno che viene condannato e crocifisso? Che razza di regalità sarà mai questa? Che tipo di signoria?
Innanzitutto dire che Gesù è Re, significa affermare che egli è il Signore, la sua signoria.
Gesù è il Re, il Signore, oggettivamente, ossia la sua Signoria non dipende dalla nostra fede (se ci crediamo oppure no).
A volte si potrebbe pensare che Gesù sia Re in questa maniera, ossia si è conquistata la regalità sulla croce, ma poi la esercita come tutti gli altri. Una regalità fatta di dominio e di potenza che si impone.
Magari nel massimo della nostra apertura di fede, pensiamo che egli si sia conquistata la regalità nell’umiliazione della morte di croce, ma per poter poi prendere in pugno la storia e dominare.
Noooo! Non è così!
La croce ha manifestato la natura, come è la regalità di Gesù che è fatta di amore e di dono di sé.
Gesù è Re alla stessa maniera di come ha vissuto: nell’umiltà l’incarnazione e nella carità della passione.
Proviamo a pensare: quand’è che un papà può dire di regnare nella vita di suo figlio?
Forse quando urla?
Forse quando si deve imporre?
Forse quando lo picchia?
Forse quando lo costringe con la forza?
Forse quando fa prevalere la sua autorità, perché lui è l’adulto e l’altro il bambino?
Forse quando si deve imporre?
Forse quando lo picchia?
Forse quando lo costringe con la forza?
Forse quando fa prevalere la sua autorità, perché lui è l’adulto e l’altro il bambino?
Può dire di regnare nella vita di suo figlio quando lo ama! Allora per suo figlio egli sarà re!
Gesù regna con l’amore, con la consegna di se stesso.
E questo diventa un criterio importante: saremo giudicati su questo, sull’amore, sul dono di noi stessi.
Perché?
Perché si vede da questo se abbiamo scelto Gesù come nostro Re! Come Signore!
Perché?
Perché si vede da questo se abbiamo scelto Gesù come nostro Re! Come Signore!
«Hai preso me il come Signore della tua vita?», ti chiede Gesù. Questo si vede dall'amore, se ami!
Egli vuole diventare colui che nella tua vita fa la differenza. Come una donna fa la differenza nella vita di un uomo al punto che egli da quel momento è sposo e non più semplicemente uomo come prima.
E si vede se hai accolto Gesù come tuo Signore se vivi la tua vita con lui e la sua Parola che fanno la differenza!
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LE VENDETTE DI DIO (Storia vera)
Durante la sommossa della "Settimana Rossa" a Mezzano Giacomina Tavolazzi detta 'Mina' si trovò unica donna di 21 anni in mezzo al gruppo dei rivoltosi più determinati e attivi.
E si vede se hai accolto Gesù come tuo Signore se vivi la tua vita con lui e la sua Parola che fanno la differenza!
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LE VENDETTE DI DIO (Storia vera)
Durante la sommossa della "Settimana Rossa" a Mezzano Giacomina Tavolazzi detta 'Mina' si trovò unica donna di 21 anni in mezzo al gruppo dei rivoltosi più determinati e attivi.
Fu lei, che armata di una rivoltella, la puntò al petto del parroco quando gli fecero togliere la veste talare e gli intimarono di consegnare il fucile da caccia.
Giacomina era anche col gruppo di rivoltosi che dopo aver desistito dall'attacco alla stazione dei carabinieri di Mezzano si avviò verso Villanova di Bagnacavallo e alle16.30 improvvisamente diede l'assalto alla chiesa e la incendiò.
E fu proprio Giacomina Tavolazzi a impossessarsi delle ostie consacrate.
Durante la cena tra soci, quando furono portati in tavola tegami di stufato e polpette da far gola, Giacomina - esaltata da un'atmosfera surreale che aveva ormai rotto tutti i freni - sbriciolò con le proprie mani le ostie, ne cosparse i frammenti sui tegami fumanti e gridò: «Se è vero che qui c'è Nostro Signore come dicono i preti, che mi mandi un segno in quello che ho nella pancia».
E con un colpo di mano si toccò la pancia gravida per dare forza alla sfida blasfema che aveva appena lanciato.
Eccitata più che mai Giacomina afferrò la pisside ormai vuota, la sistemò sul pavimento e accovacciatasi sopra vi orinò dentro.
Il 3 marzo 1915 Giacomina Tavolazzi, la protagonista di vari episodi sacrileghi di nove mesi prima, diede alla luce il bimbo atteso.
Durante la degenza nell'ospedale di Ravenna Giacomina aveva conosciuto una suorina dai modi gentili e sempre sorridente, luminosa nel viso incorniciato dal velo, che le era stata così vicina come una di famiglia nei giorni del travaglio, e non riusciva più a cancellarla dalla mente.
Ma ciò che l'aveva colpita maggiormente era che suor Scolastica (questo il nome della religiosa) non mostrò affatto di volerla convertire dopo che Giacomina aveva rifiutato di ricevere la comunione dal frate che passava ogni mattina all'alba.
Separandosi si erano abbracciate con amicizia evsuor Scolastica le disse «Pregherò, pregherò sempre per il tuo bambino».
Separandosi si erano abbracciate con amicizia evsuor Scolastica le disse «Pregherò, pregherò sempre per il tuo bambino».
Il fanciullo - appena decenne - andò in seminario in quell'anno stesso.
Diventò sacerdote il 18 settembre 1937.
Nella circostanza, parlando ai propri fedeli di Mezzano, don Giuseppe Strani ricordò: «Durante la Settimana Rossa una donna mi puntò la rivoltella al petto, ora il figlio che allora la donna portava in grembo è divenuto sacerdote. Vedete come sa vendicarsi Dio?».
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Questa è la regalità di Cristo Gesù!
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Questa è la regalità di Cristo Gesù!
Pace e bene e buona domenica!
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VANGELO
Gv 18, 33-37
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VANGELO
Gv 18, 33-37
In quel tempo, Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?».
Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù».
Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».
Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù».
Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».
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