VENERDì 2 NOVEMBRE 2018 ( Gv.6, 37-40)
" Chiunque "
Possiamo sentire l'urgenza di ricordarci e di pregare per i defunti, in questa giornata così particolare, se abbiamo qualche persona cara che ha già dovuto fare i conti con quella realtà che san francesco chiama 'sorella morte'.
Magari è un genitore, un figlio, un amico, un coniuge o anche tutti questi insieme e oggi, forse più che in altri momenti, siamo coinvolti nel ricordarci di loro e pregare, magari anche sfruttando l'opportunità bella che la Chiesa ci offre di ottenere per loro l'indulgenza plenaria.
Oppure ci possiamo sentire coinvolti nel ricordo dei defunti e nella preghiera per loro se abbiamo il cuore di Dio.
Che gigante che è il cuore di Dio! Tutti ci contiene e in esso tutto accade. Per questo non si muore, perché il cuore di Dio è vitalità infinita.
Gesù lo dice che chi crede in lui anche se muore vivrà e che non vedrà la morte, mai!
Verrebbe da dire che per chi ti vede “morire” quell'evento è morte, ma per chi lo vive, morte non è!
Gesù ci svela che il Padre vuole che tutti siano salvi, che nessuno vada perduto e che ognuno entri nella vita dei risorti.
Animati da questo amore, il nostro cuore si dilata e come un grembo fa spazio e i sentimenti del cuore di Gesù ci portano a desiderare che tutti i defunti - e non solamente i nostri cari - possano godere in pienezza della bellezza dell'amore di Dio in Paradiso e soprattutto quelle persone di cui nessuno si ricorda e che sono dimenticate.
Oggi è un giorno propizio anche per tornare all'essenziale della vita, che non è fatto di cose, di soldi, di potere, di apparire, di lavoro, di salute, ma di relazioni.
Quando la morte ci separa forzatamente da qualcuno che ci è vicino forse avvertiamo che non lo abbiamo amato abbastanza, che abbiamo sciupato il tempo nel nulla anziché gioire della sua presenza che ora non c'è più.
Per questo oggi, mentre preghiamo per i nostri defunti, usciamo dall'incantesimo nel quale siamo costantemente immersi e che ci fa credere che siamo vivi nella misura in cui corriamo e pensiamo solo a noi stessi.
Usciamo da questo inganno e amiamo coloro che la vita ci ha donato come compagni di viaggio.
Amiamoli nella concretezza, nei gesti, nelle parole, negli sguardi, nella pazienza, nell'ascolto, nel sorriso...: nell'oggi, anzi, nell'adesso!
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UNA POESIA D'AMORE
Una delle più belle poesie d'amore degli ultimi tempi è stata scritta da una ragazza americana. È intitolata: "Le cose che non hai fatto". Eccola:
Ricordi il giorno in cui presi a prestito la tua macchina nuova e l'ammaccai?
Credevo che mi avresti uccisa, ma tu non l'hai fatto.
E ricordi quella volta in cui ti trascinai alla spiaggia, e tu dicevi che sarebbe piovuto, e piovve?
Credevo che avresti esclamato: "Te l'avevo detto!". Ma tu non l'hai fatto.
Ricordi quella volta in cui civettavo con tutti per farti ingelosire, e ti eri ingelosito?
Credevo che mi avresti lasciata, ma tu non l'hai fatto.
Ricordi quella volta in cui rovesciai la torta di fragole sul tappettino della tua macchina?
Credevo che mi avresti picchiata, ma tu non l'hai fatto.
E ricordi quella volta in cui dimenticai di dirti che la festa era in abito da sera e ti presentasti in jeans?
Credevo che mi avresti mollata, ma tu non l'hai fatto.
Sì, ci sono tante cose che non hai fatto.
Ma avevi pazienza con me, e mi amavi, e mi proteggevi.
C'erano tante cose che volevo farmi perdonare quando tu saresti tornato dal Vietnam.
Ma tu non sei tornato.
Una regola d'oro:
Passeremo nel mondo una sola volta.
Tutto il bene, dunque, che possiamo fare o la gentilezza che possiamo manifestare a qualunque essere umano, facciamoli subito.
Non rimandiamolo a più tardi, né trascuriamolo, poiché non passeremo nel mondo due volte.
Pace e bene e buona giornata

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