GIOVEDì 22 NOVEMBRE 2018 ( Lc. 19, 41-44)
“ Pianse ”
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Colpisce questo pianto di Gesù…
Deve aver impressionato non poco i suoi discepoli questo piangere di Gesù se l’hanno fissato nel Vangelo.
E’ Vangelo il pianto di Gesù, una buona notizia!
Che Gesù pianga sulla città di Gerusalemme è una rivelazione del cuore di Dio.
Dio non è indifferente e se l’uomo si chiude e non accoglie il suo amore, piange.
Ma soprattutto piange sulla sorte dell’uomo quando si chiude all’amore di Dio.
A leggere bene è terribile la storia quando si pensa di poter far senza di Dio.
Gesù vede la sorte della Città Santa che non vuole riconoscere in Gesù l’atteso salvatore.
Queste lacrime sono l’amore di Dio per il suo popolo.
«Il Signore ama le porte di Sion più di tutte le dimore di Giacobbe» canta il salmo 86 (87).
Per questo Gesù piange!
La storia dell’uomo quando spodesta Dio è un caos e degenera in violenza, trincee, distruzione…
Ma il pianto di Gesù è anche motivo di speranza, perché ci parla del suo amore, di quanto siamo preziosi per lui e di come egli è coinvolto nella nostra storia.
Quanto stiamo a cuore a Dio è racchiuso in quelle lacrime divine e umanissime.
Questo significa che quelle violenze, trincee e distruzione accadono dentro le lacrime di Dio, dentro il suo cuore, dentro il suo amore.
Per questo c’è speranza!
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I GIORNI PERDUTI (Dino Buzzati)
Qualche giorno dopo aver preso possesso della sontuosa villa, Ernest Kazirra, rincasando, avvistò da lontano un uomo che con una cassa sulle spalle usciva da una porticina secondaria del muro di cinta, e caricava la cassa su di un camion. Non fece in tempo a raggiungerlo prima che fosse partito. Allora lo inseguì in auto.
Lo sconosciuto scaricò la cassa dal camion e, fatti pochi passi, la scaraventò nel baratro, che era ingombro di migliaia e migliaia di altre casse uguali. Kazirra si avvicinò all'uomo e gli chiese: "Ti ho visto portare fuori quella cassa dal mio parco. Cosa c'era dentro? E cosa sono tutte queste casse?".
Quello lo guardò e sorrise: "Ne ho ancora tante sul camion, da buttare. Non sai? sono i tuoi giorni perduti. Li aspettavi vero? Sono venuti. Che ne hai fatto? Guardali, infatti, ancora gonfi. E adesso...". Kazirra guardò.
Formavano un gruppo immenso.
Scese giù per la scarpata e ne aprì uno.
C'era dentro una strada d'autunno, e in fondo Graziella, la sua fidanzata che se ne andava per sempre. E lui neppure la chiamava.
Ne aprì un secondo.
C'era una camera d'ospedale, e sul letto suo fratello Giosuè che stava male e lo aspettava. Ma lui era in giro per affari.
Si sentì prendere da una certa cosa qui, alla bocca dello stomaco. Boccheggiò. Lo scaricatore stava diritto sul ciglio del vallone, immobile come un giustiziere. "Signore - gridò Kazirra - mi ascolti. Lasci che mi porti via almeno questi due giorni. La supplico. Io sono ricco. Le darò tutto quello che vuole".
Lo scaricatore fece un gesto con la destra, come per dire che era troppo tardi. Poi svanì nell'aria. E l'ombra della notte scendeva.
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Ma Gesù piange e finché ci son lacrime, c’è speranza!
Pace e bene, buona giornata!
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
Lc 19, 41-44
In quel tempo, Gesù, quando fu vicino a Gerusalemme, alla vista della città pianse su di essa dicendo:
«Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, quello che porta alla pace! Ma ora è stato nascosto ai tuoi occhi.
Per te verranno giorni in cui i tuoi nemici ti circonderanno di trincee, ti assedieranno e ti stringeranno da ogni parte; distruggeranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata».

Commenti

  1. Vederla dall'interno, tutta puntellata, quando ho preso le pareti del presepio di San Martino sul Secchia, viene un colpo al cuore...
    Pace e Bene fratelli

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