MERCOLEDì 14 NOVEMBRE 2018 ( Lc. 17, 11-19)
“ Mentre ”
I comandi del Signore sono sempre abbastanza “stravaganti”:
- a dei servi comanda di portare in tavola, Invece che vino, acqua;
- a Pietro, che aveva pescato tutta la notte inutilmente, comanda di prendere il largo e di gettare le reti ancora una volta in pieno giorno;
- ai discepoli dà cinque pani e due pesci da distribuire a una folla di almeno cinquemila persone.
- a dei servi comanda di portare in tavola, Invece che vino, acqua;
- a Pietro, che aveva pescato tutta la notte inutilmente, comanda di prendere il largo e di gettare le reti ancora una volta in pieno giorno;
- ai discepoli dà cinque pani e due pesci da distribuire a una folla di almeno cinquemila persone.
E qui, comanda a dei lebbrosi di andare a presentarsi ai sacerdoti. Ma ai lebbrosi non era dato di potersi presentare ai sacerdoti, se non per verificarne una guarigione già avvenuta.
Eppure, tutte le volte “avendolo fatto” si sperimenta la sensatezza, la sapienza di questi comandi. Una sensatezza che si radica nell’assoluta affidabilità del Signore, nella sua signoria: egli è il Signore!
Quanto abbiamo bisogno di diventare stolti di questa sapienza!
Cosa può mai pensare uno che ti vede gettare le reti di giorno, portare alla tavola degli sposi acqua anziché vino, tentare di sfamare cinquemila uomini con cinque pani e due pesci?
Ma cosa vuoi che pensi? Penserà che sei suonato, stupido, imbranato, sprovveduto. Al massimo, se ti va bene, diranno di te che sei un idealista, un ingenuo…
Ma cosa vuoi che pensi? Penserà che sei suonato, stupido, imbranato, sprovveduto. Al massimo, se ti va bene, diranno di te che sei un idealista, un ingenuo…
Ma tu perché lo fai? Perché è il Signore che ti dice di farlo! Perciò avendolo fatto – badate non dice “avendolo ascoltato”, “avendolo pensato”, “avendolo detto”, ma “avendolo fatto”. Cioè: essendosi esposti per il Signore….
Forse ci si può chiedere se non siamo troppo umanamente prudenti, sensati, saggi…
Dov’è la nostra spregiudicatezza nell’affidarci al Signore? La nostra Audacia?
I comandi di Gesù implicano una risposta del discepolo che è un “fare come se”: fare come se fossero guariti; fare come se fosse ancora notte e ci fosse pesce da prendere; fare come se ci fosse vino in quelle giare anziché acqua; fare come se si avessero cinquemila panini.
Quindi un “fare” che presuppone e suscita fede.
Per sperimentare l’efficacia della Parola di Gesù, l’affidabilità della sua Parola, occorre viverla, metterla in pratica: i lebbrosi si vedono guariti mentre mettono in pratica il comando di Gesù.
Le cose che chiede Gesù sono semplici, ordinarie, piccole…nulla di eclatante, di straordinario. Gesù non chiede cose stratosferiche, ma una fiducia grande nelle cose ordinarie.
Poi…
Chi torna a ringraziare? Solo uno straniero, un estraneo il quale di certo non si aspettava nulla di dovuto da quel maestro: egli – il lebbroso - era samaritano!
Non sono quelli di casa che ringraziano, ma gli estranei!
In casa si danno per scontate troppe cose: che quel fratello sia, faccia, dica, dia…
In casa si danno per scontate troppe cose: che quel fratello sia, faccia, dica, dia…
Questo è un errore che si paga caro, perché è la strada che fa morire l’amore fraterno e anche coniugale.
Invece è importante imparare i gesti semplici dell’amore: ringraziare, sorridere, chiedere….
Invece è importante imparare i gesti semplici dell’amore: ringraziare, sorridere, chiedere….
Il samaritano torna non a ringraziare Gesù, ma lodando Dio!
Questo passaggio possiamo impararlo anche noi. Per cui il nostro “grazie!” non si può fermare al fratello, ma salire a Dio e riconoscere nell’altro il passaggio di Dio nella mia vita: attraverso di lui Dio si prende cura di me.
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DAL TESTAMENTO DI S. BERARDETTE
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“Per l’indigenza di mamma e di papà, per la rovina del mulino, per il vino della stanchezza, per le pecore rognose: grazie, mio Dio!
Per lo schiaffo ricevuto, per le beffe, per gli oltraggi, per coloro che mi hanno presa per pazza, per coloro che mi hanno presa per bugiarda, per coloro che mi hanno presa per interessata, GRAZIE, MADONNA!
Per l’ortografia che non ho mai saputa, per la memoria che non ho mai avuta, per la mia ignoranza e la mia stupidità, grazie!
Per mia madre morta lontano, per la pena che ebbi quando mio padre, invece di tendere le braccia alla sua piccola Bernadette, mi chiamò Suor Marie Bernarde: grazie, Gesù!
Per i sarcasmi della Madre Maestra, la sua voce dura, le sue ingiustizie, le sue ironie, e per il pane dell’umiliazione, grazie!
Grazie per essere stata quella privilegiata dai rimproveri, di cui le mie Sorelle dicevano: “Che fortuna non essere Bernadette!”
Grazie di essere stata Bernadette, minacciata di prigione perché vi avevo vista, Vergine Santa! Guardata dalla gente come bestia rara; quella Bernadette così meschina, che a vederla si diceva: “Non è che questa?”
Per questo corpo miserando che mi avete dato, per questa malattia di fuoco e di fumo, per le mie carni in putrefazione, per le mie ossa cariate, per i miei sudori, per la mia febbre, per i miei dolori sordi e acuti, GRAZIE, MIO DIO!
Per quest’anima che mi avete data, per il deserto dell’aridità interiore, per la vostra notte e per i vostri baleni, per i vostri silenzi e i vostri fulmini; per tutto, per Voi assente e presente, GRAZIE, GRAZIE, O GESÙ!
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Pace e bene, buona giornata!
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+ Dal Vangelo secondo Luca
Questo passaggio possiamo impararlo anche noi. Per cui il nostro “grazie!” non si può fermare al fratello, ma salire a Dio e riconoscere nell’altro il passaggio di Dio nella mia vita: attraverso di lui Dio si prende cura di me.
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DAL TESTAMENTO DI S. BERARDETTE
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“Per l’indigenza di mamma e di papà, per la rovina del mulino, per il vino della stanchezza, per le pecore rognose: grazie, mio Dio!
Per lo schiaffo ricevuto, per le beffe, per gli oltraggi, per coloro che mi hanno presa per pazza, per coloro che mi hanno presa per bugiarda, per coloro che mi hanno presa per interessata, GRAZIE, MADONNA!
Per l’ortografia che non ho mai saputa, per la memoria che non ho mai avuta, per la mia ignoranza e la mia stupidità, grazie!
Per mia madre morta lontano, per la pena che ebbi quando mio padre, invece di tendere le braccia alla sua piccola Bernadette, mi chiamò Suor Marie Bernarde: grazie, Gesù!
Per i sarcasmi della Madre Maestra, la sua voce dura, le sue ingiustizie, le sue ironie, e per il pane dell’umiliazione, grazie!
Grazie per essere stata quella privilegiata dai rimproveri, di cui le mie Sorelle dicevano: “Che fortuna non essere Bernadette!”
Grazie di essere stata Bernadette, minacciata di prigione perché vi avevo vista, Vergine Santa! Guardata dalla gente come bestia rara; quella Bernadette così meschina, che a vederla si diceva: “Non è che questa?”
Per questo corpo miserando che mi avete dato, per questa malattia di fuoco e di fumo, per le mie carni in putrefazione, per le mie ossa cariate, per i miei sudori, per la mia febbre, per i miei dolori sordi e acuti, GRAZIE, MIO DIO!
Per quest’anima che mi avete data, per il deserto dell’aridità interiore, per la vostra notte e per i vostri baleni, per i vostri silenzi e i vostri fulmini; per tutto, per Voi assente e presente, GRAZIE, GRAZIE, O GESÙ!
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Pace e bene, buona giornata!
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+ Dal Vangelo secondo Luca
Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samarìa e la Galilea.
Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati.
Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano.
Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».
Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati.
Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano.
Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».
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