MERCOLEDì 7 NOVEMBRE 2018 (Lc. 14, 25-33)
Sulla vetta del Sassa Rigais, per gentile concessione di amici compagni di viaggio...........
_________“ Discepolo “
Se questa pagina di Vangelo fosse rivolta solamente a coloro che seguono Gesù in una forma di vita particolare, come la vita religiosa, ad esempio, sarebbe una pagina impegnativa, certo, ma tutto sommato abbastanza innocua.
E’ l’Inconscio stratagemma che spesso adottiamo noi di fronte a pagine del Vangelo difficili da accogliere così come sono scritte, per cui ci difendiamo pensando - e magari anche dicendo - che sono scritte per qualcuno in particolare…di sicuro non per noi, o almeno non per noi adesso.
Ma questa pagina non è semplicemente per qualcuno, bensì per tutti e questo è ciò che la rende potente, terribilmente impertinente, quasi.
E allora quando leggiamo che “chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo”, ci dobbiamo lasciare graffiare…
Quanto noi ci aggrappiamo alle cose, alle sicurezze umane!
Oggi assicuriamo tutto, vogliamo tutto garantito e, ahimè!, facciamo la stessa cosa nelle relazioni: relazioni garantite, il che significa “finchè funziona” poi posso gettarle.
E vorremmo, sì, seguire Gesù, ma senza dover venire meno alle nostre sicurezze.
Sarebbe come voler andare sulla vetta del Cervino, del Cimon della Pala, sulle Pale di San Martino, sulle Tofane, sul Sass Rigais delle Odle, ma portando con sé la cucina, un letto, una macchina…capiamo tutti l’assurdità della cosa.
Sulle alte vette delle dolomiti si sale solo con l’essenziale, liberi da cose ingombranti, che tra l’altro risulterebbero inutili e noi ridicoli se le avessimo con noi.
La bellezza della vetta rende percorribile anche il sentiero più impervio. Anzi, più la vetta è ardita e più l’asperità della salita appare sensata e una garanzia che la vetta è davvero obiettivo che vale la pena conquistare.
Gesù ci dice questo: seguire lui è obiettivo tanto desiderabile che per conseguirlo appare sensato fidarci di lui al punto da poter rinunciare a tutti gli averi.
Ma forse noi ci si accontenta di mediocri obiettivi che poi obiettivi non sono, ma fallimenti!
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IL TESORO
(Don Oreste Benzi)
Gli era stata promessa per la sua festa di laurea un'auto nuova, fiammante, all'uscita dell'università, con il diploma di laurea sotto il braccio.
Quale non fu la sua amara sorpresa quando, il giorno fatidico, il padre lo abbracciò sorridente, non però con le chiavi della macchina, bensì con un libro in mano, appena ritirato nella vicina libreria. Una Bibbia.
Il giovane neo dottore scagliò rabbiosamente il libro fuori dalla finestra dell'aula e da quel giorno non rivolse più la parola al padre.
Rimise piede in casa quando anni dopo gli fu comunicata la notizia della morte dell'anziano genitore. La notte del funerale, mentre rovistava tra le carte della scrivania paterna, trovò la Bibbia che gli era stata regalata il giorno della laurea.
In preda a un vago rimorso, soffiò via la polvere che si era depositata sulla copertina del libro e cominciò a sfogliarlo. Scoprì tra le pagine un assegno datato il giorno della laurea e con l'importo esatto dell'auto promessa.
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L''essenziale che Gesù ci offre sia la nostra sicurezza e la nostra ricchezza.
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Pace e bene, buona giornata!
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