SABATO 17 NOVEMBRE 2018 ( Lc. 18, 1-8)
“ pregare sempre ”
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Dio ascolta anche quando non ascolta!
“ pregare sempre ”
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Dio ascolta anche quando non ascolta!
Era l’1 novembre del 1995.
Era giunto il giorno fatidico del mio ingresso in convento. Ma quando stavo per uscire di casa e salire in macchina per essere accompagnato dai miei fratelli, con le lacrime agli occhi sono ritornato in casa. A quel punto la mia mamma, ferma e decisa puntando il dito in avanti mi disse: «Adesso tu vai via, vai fuori».
Era giunto il giorno fatidico del mio ingresso in convento. Ma quando stavo per uscire di casa e salire in macchina per essere accompagnato dai miei fratelli, con le lacrime agli occhi sono ritornato in casa. A quel punto la mia mamma, ferma e decisa puntando il dito in avanti mi disse: «Adesso tu vai via, vai fuori».
Se la mia mamma non avesse saputo ascoltare quello che stavo vivendo, non avrebbe avuto la forza di mandarmi via. Invece, in quel momento in cui apparentemente non ha ascoltato la mia supplica di non partire e di tenermi a casa, ha ascoltato nella verità la mia preghiera e non ha fatto quello che mi faceva comodo, ma quello che mi faceva bene.
Dio ascolta anche quando non ascolta!
Dico questo perché se Gesù dice della “necessità di pregare sempre senza stancarsi mai”, vuol dire che si può essere tentati di abbandonare la preghiera; vuol dire che ci si può stancare di pregare.
E questo può accadere perché a volte Dio sembra non ascoltare la nostra preghiera e la nostra fede è povera e vacilla.
E questo può accadere perché a volte Dio sembra non ascoltare la nostra preghiera e la nostra fede è povera e vacilla.
Quando Luca parla di perseveranza della preghiera non intende primariamente l’insistenza nella domanda, ma piuttosto l’ostinazione nel fidarsi di Dio.
Ma come si fa ad avere questa ostinata fiducia in Dio, su cosa la basiamo?
Ecco che Gesù racconta la parabola del giudice disonesto e della vedova.
Con questa parabola Gesù non vuole sottolineare tanto l’insistenza della preghiera, quanto il comportamento di Dio.
Infatti la figura principale non è la vedova che prega, ma il giudice disonesto e il punto centrale della parabola è la certezza di essere esauditi.
Se perfino un uomo cattivo e senza scrupoli come questo giudice si lascia, infine, indurre a esaudire la povera vedova, volete che Dio, buono e giusto, non esaudirà le invocazioni dei suoi figli? Anzi lo farà senza far troppo aspettare.
Perciò il Signore ci chiede l’ostinazione nella fiducia in Dio, senza mai mettere in discussione la sua bontà e il suo amore di Padre.
La perseveranza nella preghiera è ostinazione nella fiducia!
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Ma oggi è anche la festa di una importante santa Francescana, patrona del Terz’Ordine Francescano; santa Elisabetta d’Ungheria (1207-1235).
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Ma oggi è anche la festa di una importante santa Francescana, patrona del Terz’Ordine Francescano; santa Elisabetta d’Ungheria (1207-1235).
Figlia di Andrea, re d'Ungheria e di Gertrude, nobildonna di Merano, ebbe una vita breve. Nata nel 1207, fu promessa in moglie a Ludovico figlio ed erede del sovrano di Turingia. Sposa a quattordici anni, madre a quindici, restò vedova a 20. Alla morte del marito, Elisabetta si ritirò a Eisenach, poi nel castello di Pottenstein per scegliere infine come dimora una modesta casa di Marburgo dove fece edificare a proprie spese un ospedale, riducendosi in povertà. Iscrittasi al terz'ordine francescano, offrì tutta se stessa agli ultimi, visitando gli ammalati due volte al giorno, facendosi mendicante e attribuendosi sempre le mansioni più umili. La sua scelta di povertà scatenò la rabbia dei cognati che arrivarono a privarla dei figli. Morì a Marburgo, in Germania il 17 novembre 1231. È stata canonizzata da papa Gregorio IX nel 1235.
Ecco un aneddoto tra i tanti…
Amante della povertà di Cristo, una volta incontrati i primi frati minori ne rimase così affascinata da non accontentarsi più di una povertà da piccola contadina della Turingia (infatti sognava di avere solo tanto terreno quanto bastasse per vivere e 200 pecore), ma volle essere povera come Francesco e Chiara d’Assisi.
Un giorno Elisabetta accoglie un lebbroso che bussa alla sua porta: lo lava, lo cura e lo porta a dormire nel letto matrimoniale.
Al vedere questo la suocera indignatissima e disgustata (immaginate...) chiama urgentemente il figlio Ludovico, marito di Elisabetta, perché risolva la situazione.
Al vedere questo la suocera indignatissima e disgustata (immaginate...) chiama urgentemente il figlio Ludovico, marito di Elisabetta, perché risolva la situazione.
Ludovico si dirige nella camera da letto e anziché trovarvi il lebbroso, vede Cristo crocifisso.
Commosso ed edificato, abbraccia Elisabetta pregandola di portare nel suo letto sempre simili lebbrosi.
Commosso ed edificato, abbraccia Elisabetta pregandola di portare nel suo letto sempre simili lebbrosi.
Tale era il suo amore per i poveri che non solo fondò un ospedale, ma anche volle prendersi cura personalmente dei poveri e condividere la loro vita.
Come diceva san Francesco “lieta quando era tra persone di poco conto e disprezzate”: lieta!
Come diceva san Francesco “lieta quando era tra persone di poco conto e disprezzate”: lieta!
Pace e bene, buona giornata
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+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai:
«In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”.
Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”».
E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».
«In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”.
Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”».
E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».
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