VENERDì 9 NOVEMBRE 2018 (Gv. 2, 13-22)
Dedicazione della Basilica Lateranense
Dedicazione della Basilica Lateranense
" 9 Novembre! "
9 Novembre!
Data alquanto insignificante per molti di noi. Magari per qualcuno sarà l’anniversario di qualche lieto evento, per altri di qualche evento triste…, ma per la maggioranza rimane una data ”insignificante”.
Invece la chiesa oggi da secoli celebra una festa straordinaria per il suo significato: la dedicazione della basilica lateranense.
Data alquanto insignificante per molti di noi. Magari per qualcuno sarà l’anniversario di qualche lieto evento, per altri di qualche evento triste…, ma per la maggioranza rimane una data ”insignificante”.
Invece la chiesa oggi da secoli celebra una festa straordinaria per il suo significato: la dedicazione della basilica lateranense.
Cosa significa?
Nel 312 l’imperatore Costantino si convertì al cristianesimo e donò al Papa il palazzo Laterano. Verso il 320 costruì anche una basilica, la basilica del Laterano: La prima basilica di tutte le chiese d’occidente.
Consacrata da Papa Silvestro il 9 novembre del 324, col nome di basilica del Santo Salvatore, essa fu la prima chiesa in assoluto ad essere pubblicamente consacrata. Nel corso poi del XII secolo per via del suo Battistero, che è il più antico di Roma, fu dedicata a San Giovanni Battista: ecco perché si chiama basilica di San Giovanni in Laterano.
Nel 312 l’imperatore Costantino si convertì al cristianesimo e donò al Papa il palazzo Laterano. Verso il 320 costruì anche una basilica, la basilica del Laterano: La prima basilica di tutte le chiese d’occidente.
Consacrata da Papa Silvestro il 9 novembre del 324, col nome di basilica del Santo Salvatore, essa fu la prima chiesa in assoluto ad essere pubblicamente consacrata. Nel corso poi del XII secolo per via del suo Battistero, che è il più antico di Roma, fu dedicata a San Giovanni Battista: ecco perché si chiama basilica di San Giovanni in Laterano.
A prima vista questa festa sembra un controsenso.
Infatti Gesù nel Vangelo cosa fa?
Ribalta l’ordinazione del tempio e da quando c’è lui, Gesù, non è più nella ritualità del tempio che va cercata la salvezza e il perdono dei peccati, ma nella sua persona.
Infatti Gesù nel Vangelo cosa fa?
Ribalta l’ordinazione del tempio e da quando c’è lui, Gesù, non è più nella ritualità del tempio che va cercata la salvezza e il perdono dei peccati, ma nella sua persona.
Ma allora perché noi ci ostiniamo a sottolineare l’importanza delle chiese?
A differenza di quello che si è soliti pensare, noi non sottolineiamo l’importanza delle chiese perché nelle chiese c’è il Signore, perché sono la dimora di Dio.
Noi sottolineiamo l’importanza delle chiese, perché sono il luogo in cui noi cristiani ci raduniamo a celebrare.
E il Signore si rende presente dove il suo popolo si raduna.
Nelle nostre chiese c’è il Signore, perché noi qui ci raduniamo a celebrare l’eucaristia. E la presenza eucaristica, che rimane nelle chiese, è il prolungamento dell’assemblea che qui ha celebrato.
Noi sottolineiamo l’importanza delle chiese, perché sono il luogo in cui noi cristiani ci raduniamo a celebrare.
E il Signore si rende presente dove il suo popolo si raduna.
Nelle nostre chiese c’è il Signore, perché noi qui ci raduniamo a celebrare l’eucaristia. E la presenza eucaristica, che rimane nelle chiese, è il prolungamento dell’assemblea che qui ha celebrato.
Questo è molto significativo e importante.
La chiesa siamo noi cristiani, convocati dalla Parola del Signore a celebrare l’eucaristia. Perciò i luoghi in cui ci raduniamo si chiamano chiese, perché li si raduna la chiesa che siamo noi. E a rendere santo il luogo è proprio la comunità cristiana che in quel luogo si raduna per celebrare l’eucaristia.
La chiesa siamo noi cristiani, convocati dalla Parola del Signore a celebrare l’eucaristia. Perciò i luoghi in cui ci raduniamo si chiamano chiese, perché li si raduna la chiesa che siamo noi. E a rendere santo il luogo è proprio la comunità cristiana che in quel luogo si raduna per celebrare l’eucaristia.
Ma c’è un altro aspetto che mi sembra significativo sottolineare. La dedicazione della basilica lateranense ha significato il passaggio da una fede vissuta nelle catacombe, ad una fede professata pubblicamente, celebrata anche visibilmente.
Per noi è scontato, almeno qui in Italia, poter celebrare l’eucaristia ogni domenica senza restrizioni, pubblicamente. Ma non sempre è stato così e ancora non è così in molti luoghi della terra.
Per noi è scontato, almeno qui in Italia, poter celebrare l’eucaristia ogni domenica senza restrizioni, pubblicamente. Ma non sempre è stato così e ancora non è così in molti luoghi della terra.
Ecco! Noi siamo chiamati a recuperare l’importanza di questa visibilità.
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IL FUOCO (Bruno Ferrero)
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Un giorno un tale si avvicinò a Gesù e gli disse: "Maestro, tutti noi sappiamo che tu vieni da Dio e insegni la via della verità. Ma devo proprio dirti che i tuoi seguaci, quelli che chiami i tuoi apostoli o la tua comunità, non mi piacciono per niente.
Ho notato che non si distinguono molto dagli altri uomini. Ultimamente ho fatto una solenne litigata con uno di essi. E poi, lo sanno tutti che i tuoi discepoli non vanno sempre d'amore e d'accordo.
Ne conosco uno che fa certi traffici poco puliti... Voglio perciò farti una domanda molto franca: è possibile essere dei tuoi senza avere niente a che fare con i tuoi cosiddetti apostoli?
Io vorrei seguirti ed essere cristiano (se mi passi la parola), ma senza la comunità, senza la Chiesa, senza tutti questi apostoli!".
Gesù lo guardò con dolcezza e attenzione.
"Ascolta", gli disse "ti racconterò una storia: C'erano una volta alcuni uomini che si erano seduti a chiacchierare insieme. Quando la notte li coprì con il suo nero manto, fecero una bella catasta di legna e accesero il fuoco.
Se ne stavano seduti ben stretti, mentre il fuoco li scaldava e il bagliore della fiamma illuminava i loro volti. Ma uno di loro, ad un certo punto, non volle più rimanere con gli altri e se ne andò per conto suo, tutto solo. Si prese un tizzone ardente dal falò e andò a sedersi lontano dagli altri. Il suo pezzo di legno in principio brillava e scaldava.
Ma non ci volle molto a illanguidire e spegnersi.
L'uomo che sedeva da solo fu inghiottito dall'oscurità e dal gelo della notte.
Ci pensò un momento poi si alzò, prese il suo pezzo di legno e lo riportò nella catasta dei suoi compagni. Il pezzo di legno si riaccese immediatamente e divampò di fuoco nuovo. L'uomo si sedette nuovamente nel cerchio degli altri. Si scaldò e il bagliore della fiamma illuminava il suo volto".
Sorridendo, Gesù aggiunse: "Chi mi appartiene sta vicino al fuoco, insieme ai miei amici. Perché io sono venuto a portare il fuoco sulla terra e ciò che desidero di più è vederlo divampare".
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Un giorno un tale si avvicinò a Gesù e gli disse: "Maestro, tutti noi sappiamo che tu vieni da Dio e insegni la via della verità. Ma devo proprio dirti che i tuoi seguaci, quelli che chiami i tuoi apostoli o la tua comunità, non mi piacciono per niente.
Ho notato che non si distinguono molto dagli altri uomini. Ultimamente ho fatto una solenne litigata con uno di essi. E poi, lo sanno tutti che i tuoi discepoli non vanno sempre d'amore e d'accordo.
Ne conosco uno che fa certi traffici poco puliti... Voglio perciò farti una domanda molto franca: è possibile essere dei tuoi senza avere niente a che fare con i tuoi cosiddetti apostoli?
Io vorrei seguirti ed essere cristiano (se mi passi la parola), ma senza la comunità, senza la Chiesa, senza tutti questi apostoli!".
Gesù lo guardò con dolcezza e attenzione.
"Ascolta", gli disse "ti racconterò una storia: C'erano una volta alcuni uomini che si erano seduti a chiacchierare insieme. Quando la notte li coprì con il suo nero manto, fecero una bella catasta di legna e accesero il fuoco.
Se ne stavano seduti ben stretti, mentre il fuoco li scaldava e il bagliore della fiamma illuminava i loro volti. Ma uno di loro, ad un certo punto, non volle più rimanere con gli altri e se ne andò per conto suo, tutto solo. Si prese un tizzone ardente dal falò e andò a sedersi lontano dagli altri. Il suo pezzo di legno in principio brillava e scaldava.
Ma non ci volle molto a illanguidire e spegnersi.
L'uomo che sedeva da solo fu inghiottito dall'oscurità e dal gelo della notte.
Ci pensò un momento poi si alzò, prese il suo pezzo di legno e lo riportò nella catasta dei suoi compagni. Il pezzo di legno si riaccese immediatamente e divampò di fuoco nuovo. L'uomo si sedette nuovamente nel cerchio degli altri. Si scaldò e il bagliore della fiamma illuminava il suo volto".
Sorridendo, Gesù aggiunse: "Chi mi appartiene sta vicino al fuoco, insieme ai miei amici. Perché io sono venuto a portare il fuoco sulla terra e ciò che desidero di più è vederlo divampare".
Pace e bene, buona giornata!
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