LUNEDì 17 DICEMBRE 2018 ( Mt. 1, 1-17)
“Genealogia”
Non ci sarebbe da meravigliarsi se il fluire di tutte queste parole, di tutti questi nomi di questa lunga genealogia, fosse sentito con pesantezza e un certo fastidio.
Per tanti anni questa è stata una pagina della Scrittura che saltavo a pié pari proprio perché mi risultava ostica, noiosa e insignificante. Poi, un giorno, ha cominciato a risultarmi nuova, ricca e quando la ascolto mi pare di sentire dei cavalli al galoppo che, attraversando una radura desertica, stanno per giungere ad un approdo.
L’obiettivo principale del testo è mostrare che Gesù Cristo discende da Davide, cosa messa in evidenza già nel versetto introduttivo (v.1).
La genealogia è organizzata in tre serie di 14 generazioni e come un fiume si apre nel mare, così questa cascata di generazioni approda, si apre nel versetto 16, in Gesù Cristo, il mare.
Con l’ingresso del messia la storia va al suo compimento e trova la sua più consona interpretazione. Cristo diventa la chiave di lettura con cui guardare alla storia, ai periodi passati e riconoscervi un senso.
Con l’avvento del Cristo è quella lì e precisamente quella lì (quella della generazione) la storia della salvezza intrapresa da Dio con il suo popolo.
Gesù sta al termine di una storia umana concreta e ben precisa, carica di attese e di speranza, ma non è il semplice prodotto di una storia umana. E questo è messo delicatamente in risalto dal versetto 16, quando si lascia intendere che la generazione di Gesù, chiamato Cristo è inserita in quella storia, ma accade in maniera molto diversa da tutte le altre.
Gesù, il Messia, è colui che dà senso alla storia, mostra la presenza di Dio nella storia, armonizza la storia (14,14,14).
Il suo avvento ci permette di vedere la storia non come un insieme caotico, casuale di eventi, ma come un disegno accompagnato da Dio, un tempo attraverso il quale Dio conduce l’umanità alla salvezza.
La storia è un tempo in cui Dio interviene e conduce l’umanità al suo compimento.
Troviamo in questa genealogia qualcosa di strano, duplicemente strano: l’inserimento di quattro donne e di Maria, e la situazione particolare di queste quattro donne.
Sono quattro donne straniere e che entrano nella genealogia per maternità particolari.
Tamar genera con un sotterfugio fingendosi una prostituta e addescando il suocero;
Racab è la prostituta di Gerico che nasconde le spie israelite;
Rut è una donna moabita che vedova non abbandona la suocera Noemi e si intrufola nel letto di Booz;
Betsabea è ittita e genera con il re Davide dopo che egli l’ha sedotta e fatto uccidere il marito Uria.
Matteo vuole richiamare qualcosa, attraverso la menzione di queste quattro maternità anomale, particolari. Cosa?
Beh intanto ricordiamo che sono donne straniere per cui il Salvatore nel suo DNA non è un puro sangue israelita, ma ha i geni dell’universalità. E questo non è una sottolineatura indifferente.
Poi Matteo vuole preparare l’anomalia per eccellenza: la maternità verginale di Maria. Per Matteo queste quattro donne e le loro rispettive maternità anomale, prefigurano la maternità anomala per eccellenza: quella di Maria!
Se l’iniziativa di divina si era manifestata più volte nella storia di Israele, ora si manifesta in maniera davvero straordinaria nella genesi prodigiosa del Messia da Maria.
Anche dal punto di vista letterario si nota molto bene questo passaggio.
Se prima le quattro donne comparivano semplicemente come mogli dei mariti, i quali soli generano ( Giuda generò Fares e Zara da Tamar; Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut…), ora è l’uomo, Giuseppe, che compare come semplice sposo di Maria, dalla quale è generato il Messia.
Ma non è Giuseppe che genera.
Se attraverso quelle quattro donne Dio nell’antichità ha fatto storia, ora attraverso Maria diventa egli stesso storia.
Maria compare come il gioiello che Dio si è preparato da secoli.
La comparsa di questo nome, Maria, di questa donna esprime la ariosità, la giocondità della grazia di Dio, il quale irrompe in una storia umana tortuosa e piena di inghippi, di errori, di peccati, con una freschezza e una purezza dell’altro mondo (nel vero senso della parola) e compare Maria, dalla quale fu generato Gesù, chiamato Cristo.
Questa espressione è particolare e mette in risalto l’assoluta novità della nascita di Gesù.
Quando nei versetti precedenti si parlava di una generazione da una donna (es. Giuda generò Fares da Tamar, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut,…), in tutti questi casi si sa benissimo chi è il soggetto che genera.
Nel caso di Maria non si sa da chi Gesù sia generato. Ma quel “fu generato” è un passivo teologico (così si dice in gergo tecnico) e significa che il soggetto è Dio. Per cui la generazione del Messia Gesù è avvolta nel mistero di Dio.

IL FIGLIO Più INTELLIGENTE (Bruni Ferrero)
Il figlio più intelligente Molto tempo fa c’era un uomo che aveva tre figli ai quali voleva molto bene.
Non era nato ricco, ma con la sua saggezza e il duro lavoro era riuscito a risparmiare un bel po’ di soldi e a comprare un fertile podere.
Quando divenne vecchio, cominciò a pensare a come dividere tra i suoi figli ciò che possedeva. Un giorno, quando ormai era molto vecchio e malato, decise di fare una prova per capire quale dei suoi figli fosse il più intelligente.
Chiamò allora i tre figli al suo capezzale.
Diede a ciascuno cinque soldi e chiese loro di comprare qualcosa che riempisse la sua stanza, che era vuota e spoglia. Ciascuno dei figli prese i soldi e uscì per esaudire il desiderio dei padre.
Il figlio più grande pensò che fosse un lavoro facile. Andò al mercato e comprò un fascio di paglia, ossia la prima cosa che gli capitò sotto gli occhi.
Il secondo figlio, invece, riflettè per qualche minuto.
Dopo aver girato tutto il mercato e aver cercato in tutti i negozi, comprò delle bellissime piume.
Il figlio più piccolo considerò per un lungo tempo il problema, «Cosa c’è che costa solo cinque soldi e può riempire una stanza?», si chiedeva.
Solo dopo molte ore passate a pensare e ripensare, trovò qualcosa che faceva al suo caso, e il suo volto si illuminò.
Andò in un piccolo negozio nascosto in una stradina laterale e comprò, con i suoi cinque soldi, una candela e un fiammifero.
Tornando a casa era felice e si domandava cosa avessero comprato i suoi fratelli.
Il giorno seguente, i tre figli si riunirono nella stanza del padre.
Ognuno portò il suo regalo, l’oggetto che doveva riempire la stanza.
Per primo il figlio grande sparse la sua paglia sul pavimento, ma purtroppo questa riempì solo un piccolo angolo.
Il secondo figlio mostrò le sue piume: erano molto graziose, ma riempirono appena due angoli. Il padre era molto deluso degli sforzi dei suoi due figli maggiori.
Allora il figlio più piccolo si mise al centro della stanza; tutti gli altri lo guardavano incuriositi chiedendosi: «Cosa può aver comprato?». Il ragazzo accese la candela con il fiammifero e la luce di quell’unica fiamma si diffuse per la stanza e la riempì.
Tutti sorrisero.
Il vecchio padre fu felice del regalo del figlio più piccolo. Gli diede tutta la sua terra e i suoi soldi, perché aveva capito che quel ragazzo era abbastanza intelligente da farne buon uso e si sarebbe preso saggiamente cura dei suoi fratelli.

Pace e bene e buona giornata!

+ Dal Vangelo secondo Matteo
Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo.
Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide.
Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asaf, Asaf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozìa, Ozìa generò Ioatàm, Ioatàm generò Àcaz, Àcaz generò Ezechìa, Ezechìa generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosìa, Giosìa generò Ieconìa e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia.
Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconìa generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo.
In tal modo, tutte le generazioni da Abramo a Davide sono quattordici, da Davide fino alla deportazione in Babilonia quattordici, dalla deportazione in Babilonia a Cristo quattordici.

Commenti

Post popolari in questo blog

OMELIA GIORNO DI NATALE