MERCOLEDì 19 DICEMBRE 2018 (Lc. 1, 5-25)
“Zaccaria"
Se scorriamo con calma i primi capitoli del Vangelo di Luca, i cosiddetti Vangeli dell’infanzia, ci accorgiamo che tutti i personaggi principali sono persone in attesa: Zaccaria, Elisabetta, Maria, Simeone.
Ma anche nel Vangelo di Matteo: la genealogia, Giuseppe, i Magi.
Tutti, Zaccaria, Elisabetta, Maria, Giuseppe, Simeone e Anna, i Magi stanno attendendo che qualcosa di nuovo e di bello accada.
Sono tutte pagine di Vangelo che trasmettono pace, gioia, serenità: sono luminose!
Perché?
Perché tutti questi personaggi sono in attesa che si realizzi una promessa di bene, di gioia.
«Zaccaria, tua moglie ti darà un figlio» (Lc. 1, 13).
«Maria, concepirà hai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù» (Lc. 1, 31).
«Lo Spirito Santo aveva preannunciato a Simeone che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il messia del Signore» (Lc. 2, 26)
«Giuseppe, figlio di Davide, non temere... Maria partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù» (Mt. 1, 20-21).
Cioè i personaggi che attendono hanno ricevuto una promessa che infonde loro coraggio e una speranza gioiosa, una promessa che li faceva andare oltre i loro parziari desideri.
Era proprio questa promessa che li prendeva capaci di attendere. Senza una promessa non c’è attesa. L’attesa è animata dai desiderio che si realizzi la promessa.
Se non c’è una promessa, il nostro tempo si trasforma da “attesa” in “bramosia” e il “desiderio” collassa in “bisogno”.
Cerchiamo di non inquinare l’attesa, che si fonda sulla promessa che viene il Salvatore, con i nostri piccoli o parziali bisogni.
L’atteggiamento giusto è quello dell’attesa incondizionata.
Egli viene come Salvatore, quindi io ho davvero bisogno di essere salvato.
Non misuro il Signore a partire dai miei bisogni, ma conosco i miei bisogni a partire dal Signore e dalla sua promessa.
Zaccaria aveva pregato perché si realizzasse il suo desiderio di avere un figlio.
Maria semplicemente ha accolto il desiderio di Dio su di lei e senza porre condizioni.
Così, mentre Zaccaria è diventato padre del Battista, Maria è divenuta la madre del Signore.
In Zaccaria Dio risponde a un desiderio, in Maria Dio dilata la capacità di desiderio e Maria diventa madre senza rinunciare al suo desiderio di verginità.

LA ROSA (Bruno Ferrero)
Il poeta tedesco Rilke abitò per un certo periodo a Parigi. Per andare all'Università percorreva ogni giorno, in compagnia di una sua amica francese, una strada molto frequentata. Un angolo di questa strada era permanentemente occupato da una mendicante che chiedeva l'elemosina ai passanti.
La donna sedeva sempre allo stesso posto, immobile come una statua, con la mano tesa e senza mai alzare gli occhi su chi le dava qualcosa.
Rilke non le dava mai nulla.
La sua compagna le dava spesso una moneta.
Un giorno, la giovane francese, meravigliata, gli domandò: «Ma perché non dai mai nulla a quella poveretta?».
Rilke, poiché era un poeta, rispose: «Dovremmo regalare qualcosa al suo cuore, non alle sue mani».
Alcuni giorni dopo, Rilke arrivò con una splendida rosa appena sbocciata, la depose nella mano della mendicante e fece l'atto di andarsene.
Allora accadde qualcosa di inatteso: la mendicante alzò gli occhi, guardò il poeta, si sollevò a stento da terra, prese la mano dell'uomo e la baciò. Poi se ne andò stringendo la rosa al petto.
Non si vide per una settimana. Otto giorni dopo la mendicante era di nuovo seduta nel solito angolo della strada. Silenziosa e immobile come sempre.
«Ma di che cosa avrà vissuto in tutti questi giorni in cui non ha ricevuto nulla?» chiese la giovane francese.
Il poeta rispose: «Della rosa! ».
Non abbiamo tanto bisogno di riempirci le mani, quanto il cuore.
Con il suo Natale il Signore vuole riempire il cuore e magari noi ci si ferma a guardare che abbiamo ancora le mani vuote.

Pace e bene, buona giornata!

+ Dal Vangelo secondo Luca
Al tempo di Erode, re della Giudea, vi era un sacerdote di nome Zaccarìa, della classe di Abìa, che aveva in moglie una discendente di Aronne, di nome Elisabetta. Ambedue erano giusti davanti a Dio e osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. Essi non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni.
Avvenne che, mentre Zaccarìa svolgeva le sue funzioni sacerdotali davanti al Signore durante il turno della sua classe, gli toccò in sorte, secondo l’usanza del servizio sacerdotale, di entrare nel tempio del Signore per fare l’offerta dell’incenso.
Fuori, tutta l’assemblea del popolo stava pregando nell’ora dell’incenso. Apparve a lui un angelo del Signore, ritto alla destra dell’altare dell’incenso. Quando lo vide, Zaccarìa si turbò e fu preso da timore. Ma l’angelo gli disse: «Non temere, Zaccarìa, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza, e molti si rallegreranno della sua nascita, perché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà colmato di Spirito Santo fin dal seno di sua madre e ricondurrà molti figli d’Israele al Signore loro Dio. Egli camminerà innanzi a lui con lo spirito e la potenza di Elìa, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto».
Zaccarìa disse all’angelo: «Come potrò mai conoscere questo? Io sono vecchio e mia moglie è avanti negli anni». L’angelo gli rispose: «Io sono Gabriele, che sto dinanzi a Dio e sono stato mandato a parlarti e a portarti questo lieto annuncio. Ed ecco, tu sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, che si compiranno a loro tempo».
Intanto il popolo stava in attesa di Zaccarìa, e si meravigliava per il suo indugiare nel tempio. Quando poi uscì e non poteva parlare loro, capirono che nel tempio aveva avuto una visione. Faceva loro dei cenni e restava muto.
Compiuti i giorni del suo servizio, tornò a casa. Dopo quei giorni Elisabetta, sua moglie, concepì e si tenne nascosta per cinque mesi e diceva: «Ecco che cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si è degnato di togliere la mia vergogna fra gli uomini».

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