SABATO 15 DICEMBRE 2018 (Mt.17, 10-13)
“Prima”
Se Gesù parlava loro di Giovanni il Battista, questo significa che egli, Gesù, è l’atteso e il tempo era colmo.
Quel “prima”, di cui gli scribi parlavano per assicurarsi nei confronti della pretesa messianica di Gesù, è già accaduto e siamo con Gesù, perciò, nell’oltre, nel dopo ossia nel compimento. In fondo essi dicevano: «Elia non è ancora tornato, prima deve venire Elia, quindi Gesù non può essere il messia!».
Siamo sempre in ritardo a riconoscere i segni, i profeti e questo non è senza conseguenze, perché il Battista viene imprigionato e poi decapitato e Gesù flagellato e crocifisso.
Non è innocua la nostra indifferenza nei confronti dei profeti, proprio perché sono profeti.
È come un automobilista che viaggia lungo una strada, la sua indifferenza nei confronti dei cartelli stradali non è innocua, proprio perché essi sono cartelli stradali e non pubblicitari.
Mentre un autista può essere indifferente nei confronti delle insegne e dei cartelli pubblicitari, non può assolutamente esserlo nei confronti dei cartelli stradali senza un grave pericolo per la sua e altrui incolumità.
Mentre un autista può essere indifferente nei confronti delle insegne e dei cartelli pubblicitari, non può assolutamente esserlo nei confronti dei cartelli stradali senza un grave pericolo per la sua e altrui incolumità.
Ci sono presenze nella nostra vita che ci sottraggono dall’anonimato e soprattutto tolgono dalla neutralità il nostro agire, pensare e parlare.
Non riconoscerle non è indifferente, ma è un atteggiamento già gravido di conseguenze, come non è stato indifferente che i giudei non abbiano saputo riconoscere il Battista come il profeta che doveva venire.
Non riconoscerle non è indifferente, ma è un atteggiamento già gravido di conseguenze, come non è stato indifferente che i giudei non abbiano saputo riconoscere il Battista come il profeta che doveva venire.
Non ci si può sottrarre a Colui che viene, perché sottrarsi significa già rifiutarlo.
Questo ci può stimolare a vivere meglio, sul pezzo – come si direbbe oggi – ogni istante, come canta Elisa in una sua bellissima canzone.
Vivere bene il momento presente come il momento in cui sei alla presenza di Colui che è Il Presente.
Riconoscere nei frammenti delle nostre giornate il tutto, come in ogni frammento di uno specchio rotto si rispecchia il tutto.
Riconoscere negli istanti delle nostre ore la presenza del Signore, per cui nulla risulta più essere indifferente, innocuo, insignificante, come tra due innamorati nulla è più come prima.
Vivere bene il momento presente come il momento in cui sei alla presenza di Colui che è Il Presente.
Riconoscere nei frammenti delle nostre giornate il tutto, come in ogni frammento di uno specchio rotto si rispecchia il tutto.
Riconoscere negli istanti delle nostre ore la presenza del Signore, per cui nulla risulta più essere indifferente, innocuo, insignificante, come tra due innamorati nulla è più come prima.
LA SAGGEZZA (Bruno Ferrero)
C’era una volta un re che aveva passato tutta la vita a far guerre e a ingrandire il suo regno. A sessant’anni, si rese conto che non aveva imparato molto sulla vita e sul senso dell’esistenza. Convoca tutti i suoi ministri e consiglieri e ordinò: “Prendete tutto il denaro dei miei forzieri e andate ai quattro angoli del mondo alla ricerca dei libri di sapienza; vorrei finalmente conoscere la vera saggezza della vita”.
I consiglieri presero sacchi d’oro e sciamarono verso tutte le direzioni della terra. Tornarono dopo sette anni spingendo quaranta cammelli carichi di ogni sorta di libri grandi e piccoli. Una vera montagna di libri rari. Vedendoli, il re esclamò: “Ho sessantasette anni, non avrò mai il tempo di leggere tutti questi libri. Fatemi un riassunto di tutto!”.
Furono convocati i più abili letterati del mondo che si misero al lavoro e dopo sette anni consegnarono un ottimo riassunto di tutto quel tesoro di sapienza. Ma il riassunto equivaleva ancora al carico di sette cammelli.
“Ho già settantaquattro anni” disse il re. “Non ho il tempo di leggere tutto. Riassumete ancora!”. Si fece il riassunto del riassunto. Ci vollero altri sette anni, al termine dei quali i saggi si ritrovarono con il carico di un solo cammello.
“Ho passato gli ottant’anni” disse il re, sempre più debole. “I miei occhi sono molto stanchi. Non riuscirei mai a leggere questi libri. Riassumete ancora!”. I saggi si rimisero a lavoro e per sette anni ancora lavorarono giorno e notte. Il risultato fu un solo libro. Un libro che conteneva tutta la saggezza della terra.
In quel momento, un valletto si precipitò dai saggi: “Presto, portate il libro al re. Sta morendo”. Il re aveva ormai ottantotto anni e agonizzava nel suo letto.
Il più dotto dei saggi avvicinò il volto a quello del re che in un debole soffio gli mormorò: “Per favore, riassumi in una sola frase tutto il sapere, tutta la saggezza del mondo…”.
Eccola, sire: “Vivi il momento presente”.
C’era una volta un re che aveva passato tutta la vita a far guerre e a ingrandire il suo regno. A sessant’anni, si rese conto che non aveva imparato molto sulla vita e sul senso dell’esistenza. Convoca tutti i suoi ministri e consiglieri e ordinò: “Prendete tutto il denaro dei miei forzieri e andate ai quattro angoli del mondo alla ricerca dei libri di sapienza; vorrei finalmente conoscere la vera saggezza della vita”.
I consiglieri presero sacchi d’oro e sciamarono verso tutte le direzioni della terra. Tornarono dopo sette anni spingendo quaranta cammelli carichi di ogni sorta di libri grandi e piccoli. Una vera montagna di libri rari. Vedendoli, il re esclamò: “Ho sessantasette anni, non avrò mai il tempo di leggere tutti questi libri. Fatemi un riassunto di tutto!”.
Furono convocati i più abili letterati del mondo che si misero al lavoro e dopo sette anni consegnarono un ottimo riassunto di tutto quel tesoro di sapienza. Ma il riassunto equivaleva ancora al carico di sette cammelli.
“Ho già settantaquattro anni” disse il re. “Non ho il tempo di leggere tutto. Riassumete ancora!”. Si fece il riassunto del riassunto. Ci vollero altri sette anni, al termine dei quali i saggi si ritrovarono con il carico di un solo cammello.
“Ho passato gli ottant’anni” disse il re, sempre più debole. “I miei occhi sono molto stanchi. Non riuscirei mai a leggere questi libri. Riassumete ancora!”. I saggi si rimisero a lavoro e per sette anni ancora lavorarono giorno e notte. Il risultato fu un solo libro. Un libro che conteneva tutta la saggezza della terra.
In quel momento, un valletto si precipitò dai saggi: “Presto, portate il libro al re. Sta morendo”. Il re aveva ormai ottantotto anni e agonizzava nel suo letto.
Il più dotto dei saggi avvicinò il volto a quello del re che in un debole soffio gli mormorò: “Per favore, riassumi in una sola frase tutto il sapere, tutta la saggezza del mondo…”.
Eccola, sire: “Vivi il momento presente”.
Pace e bene e buona giornata!
+ Dal Vangelo secondo Matteo
Mentre scendevano dal monte, i discepoli domandarono a Gesù: «Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elìa?».
Ed egli rispose: «Sì, verrà Elìa e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elìa è già venuto e non l’hanno riconosciuto; anzi, hanno fatto di lui quello che hanno voluto. Così anche il Figlio dell’uomo dovrà soffrire per opera loro».
Allora i discepoli compresero che egli parlava loro di Giovanni il Battista.
Ed egli rispose: «Sì, verrà Elìa e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elìa è già venuto e non l’hanno riconosciuto; anzi, hanno fatto di lui quello che hanno voluto. Così anche il Figlio dell’uomo dovrà soffrire per opera loro».
Allora i discepoli compresero che egli parlava loro di Giovanni il Battista.
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