VENERDì 28 DICEMBRE 2018 ( Mt. 2, 13-18)
“Ucciderlo”
È proprio il caso di dirlo: è stato molto meglio per la paglia essere paglia che per Erode essere re!
Sgomenta vedere come un bambino possa spaventare così tanto, fino al punto da sentirsi pericolosamente minacciati. Di cosa poteva aver paura Erode? Era in preda ad un delirio di onnipotenza. Forse pensava di essere immortale, se temeva che quel bambino sarebbe diventato una minaccia per il suo regno.
Ma dopo quanti anni sarebbe potuto succedere? Eppure Erode si sente minacciato.
Ma dopo quanti anni sarebbe potuto succedere? Eppure Erode si sente minacciato.
Penso che dobbiamo stare attenti a non essere troppo frettolosi nel giudicare questo monarca.
Non sono poche oggi le persone che si sentono minacciate da un bambino…la società intera avverte un bambino come una potenziale minaccia e lo manifesta in varie forme: dalla scarsa natalità, alla contraccezione, fino all’aborto…brutta cosa l’aborto!
Perché?
Perché, come anche Gesù, un bambino è una creatura che fa la differenza, che interpella, che invoca ed e-voca dono, amore, responsabilità, presa di posizione.
Come scrisse sempre il card. Comastri, Gesù nacque povero e fece spaventare i ricchi; nacque umile e fece allarmare i potenti; nacque mite e disarmato eppure scatenò l’ira dei violenti.
Questo fenomeno si ripete nella storia.
In quante scuole in questi anni si è tentato di spodestare il festeggiato Bambino dalla sua festa per sostituirlo con nulla.
In vari modi: o sostituendo la parola “Gesù” nei canti natalizi con altre parole come “laggiù”; oppure sostituendo il racconto della nascita di Gesù con la storia di arlecchino; oppure volendo sostituire la festa del Natale con la festa d’inverno il 21 gennaio; oppure impedendo ai bambini di fare il presepio.
La pubblicità dell’Ikea dell’anno scorso, vedeva sotto una capanna natalizia non una natività, bensì una coppia che in mezzo teneva sdraiato un cane.
In vari modi: o sostituendo la parola “Gesù” nei canti natalizi con altre parole come “laggiù”; oppure sostituendo il racconto della nascita di Gesù con la storia di arlecchino; oppure volendo sostituire la festa del Natale con la festa d’inverno il 21 gennaio; oppure impedendo ai bambini di fare il presepio.
La pubblicità dell’Ikea dell’anno scorso, vedeva sotto una capanna natalizia non una natività, bensì una coppia che in mezzo teneva sdraiato un cane.
Insomma, i tentativi per eliminare questo Bambino ci sono ancora oggi e in molti e svariati modi.
Ma chi combatte il Bambino di Betlemme sappia bene chi e che cosa combatte!
Ma chi combatte il Bambino di Betlemme sappia bene chi e che cosa combatte!
Il Bambino Gesù è Dio fatto uomo! È la tenerezza di Dio che ci raggiunge. È la Bontà che ci rincorre e la salvezza che ci viene offerta!
Non è semplicemente un bambino, ma IL Bambino che è e fa la differenza nella storia dell’umanità e di ogni uomo.
Non è semplicemente un bambino, ma IL Bambino che è e fa la differenza nella storia dell’umanità e di ogni uomo.
Dove non viene accolto il messaggio del Bambino di Betlemme, lì riaffiora la cattiveria: Gesù è e fa la differenza!
Allora perché ancora oggi ci si vuole disfare di questo Bambino?
«Vogliamo – come disse un giorno André Frossard – vogliamo che la storia degli uomini coincida con quella dei porci?».
Thomas Stern Eliot ha osservato: «Un cittadino europeo può non credere che il cristianesimo sia vero e tuttavia quel che dice e che fa scaturisce dalla cultura cristiana di cui è erede. Senza il cristianesimo non ci sarebbe stato neppure un Voltaire o un Nietzsche. Se il cristianesimo se ne va, se ne va tutta la nostra cultura, se ne va il nostro stesso volto».
Perché allora ancora temiamo questo Bambino?
DOV’E’ FINITA LA STELLA COMETA? (Bruno Ferrero)
Quando i Re Magi lasciarono Betlemme, salutarono cortesemente Giuseppe e Maria, baciarono il piccolo Gesù, fecero una carezza al bue e all'asino. Poi, con un sospiro, salirono sulle loro magnifiche cavalcature e ripartirono.
«La nostra missione è compiuta!», disse Melchiorre, facendo tintinnare i finimenti del suo cammello. «Torniamo a casa!», esclamò Gaspare, tirando le briglie del suo cavallo bianco. «Guardate! La stella continua a guidarci», annunciò Baldassarre.
La stella cometa dal cielo sembrò ammiccare e si avviò verso Oriente. La corte dei Magi si avviò serpeggiando attraverso il deserto di Giudea. La stella li guidava e i Magi procedevano tranquilli e sicuri. Era una stella così grande e luminosa che anche di giorno era perfettamente visibile. Così, in pochi giorni, i Magi giunsero in vista del Monte delle Vittorie, dove si erano trovati e dove le loro strade si dividevano.
Ma proprio quella notte cercarono invano la stella in cielo.
Era scomparsa. «La nostra stella non c'è più», si lamentò Melchiorre. «Non l'abbiamo nemmeno salutata». C'era una sfumatura di pianto nella sua voce. «Pazienza!», ribatte Gaspare, che aveva uno spirito pratico. «Adesso possiamo cavarcela da soli. Chiederemo indicazioni ai pastori e ai carovanieri di passaggio».
Era scomparsa. «La nostra stella non c'è più», si lamentò Melchiorre. «Non l'abbiamo nemmeno salutata». C'era una sfumatura di pianto nella sua voce. «Pazienza!», ribatte Gaspare, che aveva uno spirito pratico. «Adesso possiamo cavarcela da soli. Chiederemo indicazioni ai pastori e ai carovanieri di passaggio».
Baldassarre scrutava il cielo ansiosamente; sperava di rivedere la sua stella. Il profondo e immenso cielo di velluto blu era un trionfo di stelle grandi e piccole, ma la cometa dalla inconfondibile luce dorata non c'era proprio più. «Dove sarà andata?», domandò, deluso. Nessuno rispose. In silenzio, ripresero la marcia verso Oriente.
La silenziosa carovana si trovò presto ad un incrocio di piste. Qual era quella giusta? Videro un gregge sparso sul fianco della collina e cercarono il pastore. Era un giovane con gli occhi gentili nel volto coperto dalla barba nera. Il giovane pastore si avvicinò e senza esitare indicò ai Magi la pista da seguire, poi con semplicità offrì a tutti latte e formaggio. In quel momento, sulla sua fronte apparve una piccola inconfondibile luce dorata.
I Magi ripartirono pensierosi. Dopo un po', incontrarono un villaggio. Sulla soglia di una piccola casa una donna cullava teneramente il suo bambino. Baldassarre vide sulla sua fronte, sotto il velo, una luce dorata e sorrise. Cominciava a capire.
Più avanti, ai margini della strada, si imbatterono in un carovaniere che si affannava intorno ad uno dei suoi dromedari che era caduto e aveva disperso il carico all'intorno. Un passante si era fermato e lo aiutava a rimettere in piedi la povera bestia. Baldassarre vide chiaramente una piccola luce dorata brillare sulla fronte del compassionevole passante.
«Adesso so dov'è finita la nostra stella!», esclamò Baldassarre in tono acceso. «È esplosa e i frammenti si sono posati ovunque c'è un cuore buono e generoso!». Melchiorre approvò: «La nostra stella continua a segnare la strada di Betlemme e a portare il messaggio del Santo Bambino: ciò che conta è l'amore».
«I gesti concreti dell'amore e della bontà insieme formano la nuova stella cometa», concluse Gaspare. E sorrise perché sulla fronte dei suoi compagni d'avventura era comparsa una piccola ma inconfondibile luce dorata.
«I gesti concreti dell'amore e della bontà insieme formano la nuova stella cometa», concluse Gaspare. E sorrise perché sulla fronte dei suoi compagni d'avventura era comparsa una piccola ma inconfondibile luce dorata.
Pace e bene, buon Natale!
Dal Vangelo secondo Matteo
I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo».
Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:
«Dall’Egitto ho chiamato mio figlio».
Quando Erode si accorse che i Magi si erano presi gioco di lui, si infuriò e mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme e in tutto il suo territorio e che avevano da due anni in giù, secondo il tempo che aveva appreso con esattezza dai Magi.
Allora si compì ciò che era stato detto per mezzo del profeta Geremìa:
«Un grido è stato udito in Rama,
un pianto e un lamento grande:
Rachele piange i suoi figli
e non vuole essere consolata,
perché non sono più».
Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:
«Dall’Egitto ho chiamato mio figlio».
Quando Erode si accorse che i Magi si erano presi gioco di lui, si infuriò e mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme e in tutto il suo territorio e che avevano da due anni in giù, secondo il tempo che aveva appreso con esattezza dai Magi.
Allora si compì ciò che era stato detto per mezzo del profeta Geremìa:
«Un grido è stato udito in Rama,
un pianto e un lamento grande:
Rachele piange i suoi figli
e non vuole essere consolata,
perché non sono più».
Commenti
Posta un commento