DOMENICA 27 GENNAIO 2019 (Lc 1,1-4; 4,14-21)
"Teofilo"
"Per te, illustre Teofilo", scrive Luca nelle prime righe del suo Vangelo.
È davvero interessante che la Chiesa ha mantenuto questa cornice iniziale ad uno dei 4 scritti che raccontano la storia di Gesù e del primo gruppo di discepoli, e che è considerata parte fondamentale del testo sacro.
L'introduzione è una nota biografica personale che sembrerebbe secondaria rispetto a tutto il resto del testo.
Mi sembra come la dedica scritta a mano che un autore fa ad un suo fan o amico, oppure la dedica speciale scritta per un libro che si riceve in regalo o si dona.
Quel libro con quelle righe scritte nella pagina bianca dietro la copertina diventa però unico, anche in mezzo a tante altre copie identiche dello stesso scritto.
L'evangelista prima di entrare nel pieno del racconto, spiega le ragioni del suo lavoro, il metodo seguito e il fine. Luca non inventa nulla, ma ha fatto ricerche accurate con i testimoni oculari degli avvenimenti riguardanti Gesù,
Luca introducendo il suo scritto aggiunge anche il nome di colui per il quale scrive quelle pagine con quel "per te" che rende il tutto davvero unico e nello stesso universale.
Leggendo le pagine del Vangelo quel "per te, per la tua fede, perché ti renda conto della solidità degli insegnamenti ricevuti..." sento il mio nome al posto di quello di Teofilo.
Lo stesso nome "Teofilo" significa in greco (la lingua in cui è scritto il Vangelo) "Amico di Dio" o "Colui che Dio ama", e questo davvero mi provoca nella fede.
Il Vangelo che leggo è per me, per riscoprire, consolidare e fa crescere la mia amicizia con Dio e non solo per riempirmi di fredde conoscenze.
In quella dedica iniziale a Teofilo c'è quindi il mio nome e anche il nome personale di chiunque, in qualsiasi angolo della storia e del mondo, ha letto, legge o leggerà quelle pagine. (d. Giovanni berti)
LA BIBBIA SMARRITA (Bruno Ferrero)
Un giovane muratore lavorava alla demolizione di una casa che doveva essere ristrutturata. Ad un tratto, staccando un pezzo d'intonaco, vide che un mattone era stato sostituito da un libro. Un grosso volume che era stato murato. Incuriosito, lo tolse. Era una Bibbia. Chissà come era finita là.
Il giovane muratore non aveva mai avuto molto interesse per le questioni religiose, ma durante la pausa del pranzo cominciò a leggere quel libro.
Continuò alla sera, a casa, e per tante altre sere. A poco a poco scoprì le parole che Dio indirizzava proprio a lui. E la sua vita cambiò.
Due anni dopo, l'impresa del muratore si trasferì per lavoro in Arabia. Laggiù, gli operai condividevano piccole camerette. Una sera, il compagno di stanza del muratore lo osservò mentre cominciava tranquillamente a leggere la sua Bibbia.
"Che cosa leggi?", gli chiese.
"La Bibbia".
"Uff! La Bibbia! Tutte balle! Pensa che io, una volta, ne ho murata una nella parete di una casa vicino a Milano. Sarei curioso di sapere se il diavolo è riuscito a farla uscire di là!".
Il giovane muratore, sorpreso, guardò il suo compagno. "E se io ti facessi vedere proprio quella Bibbia?".
"La riconoscerei perché l'avevo segnata".
Il giovane muratore porse al suo compagno la sua Bibbia: "Riconosci il tuo segno?".
L'altro prese in mano il volume e rimase turbato. Era proprio la Bibbia che aveva murato, dicendo ai compagni di lavoro: "Voglio proprio vedere se uscirà di qui sotto!".
Il muratore sorrise: "Come vedi è tornata da te".

Pace e bene e buona serata.

Dal Vangelo secondo Luca
Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, così anch’io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo, in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto.
In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode.
Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:
«Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l’unzione
e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
a rimettere in libertà gli oppressi
e proclamare l’anno di grazia del Signore».
Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».

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