DOMENICA 6 GENNAIO 2019 ( Mt 2,1-12)
EPIFANIA DEL SIGNORE
EPIFANIA DEL SIGNORE
“MAGI"
Nel racconto emergono chiaramente tre reazioni diverse all’annuncio della nascita di Gesù: quella dei Magi, quella di Erode e quella dei sacerdoti.
Innanzitutto l’atteggiamento di Erode.
Appena saputa la cosa si turba, convoca i sacerdoti e i teologi, ma non tanto per sapere la verità, bensì per organizzare un inganno.
Sente Gesù, quel bimbo, come una minaccia, un pericolo.
Quest’uomo potrebbe essere visto come il simbolo dell’uomo di oggi, della cultura relativistica e individualistica, dove domina il “per me”, il “mi”: “mi piace, mi fa stare bene, mi rompe, mi fa comodo, mi urta, mi attira, mi torna utile, mi serve, mi conviene, mi interessa”. Dove il centro è sempre l’ “io”!
Quest’uomo potrebbe essere visto come il simbolo dell’uomo di oggi, della cultura relativistica e individualistica, dove domina il “per me”, il “mi”: “mi piace, mi fa stare bene, mi rompe, mi fa comodo, mi urta, mi attira, mi torna utile, mi serve, mi conviene, mi interessa”. Dove il centro è sempre l’ “io”!
Forse qui nessuno vive o vuol dire così. Ma è facile che anche in ciascuno di noi abiti un po’ di erode e ci sentiamo minacciati da Gesù, dal Vangelo.
Ma cosa abbiamo paura che ci rubi questo Gesù di Nazareth? Perché abbiamo paura di Gesù?
Impariamo dai bambini i quali intuiscono subito che nella persona di Gesù c’è qualcosa di meraviglioso, di bello e lo accolgono con semplicità e spontaneità, come se questa fosse la cosa più naturale, anzi come se fosse la cosa più logica e intelligente da fare.
Impariamo dai bambini i quali intuiscono subito che nella persona di Gesù c’è qualcosa di meraviglioso, di bello e lo accolgono con semplicità e spontaneità, come se questa fosse la cosa più naturale, anzi come se fosse la cosa più logica e intelligente da fare.
Ma perché avere paura di Gesù? Ma pensate che Gesù vi tolga qualcosa? Pensate che vi tolga la libertà?
Gesù sarebbe forse meno capace di dare felicita dei soldi, di una canna, di una notte da sballo, della cosiddetta rivoluzione sessuale e quindi - direi - di una funzione fisiologica? Sì perché la sessualità vissuta così come propagandata oggi è ridotta a una funzione fisiologica.
Magari tra coloro che leggono non c’è nessuno a cui questo Bimbo faccia paura o che si senta turbato per l’arrivo di questo Bambino.
Ma allora verrebbe da chiedere: «Perché non si entusiasma?».
Ma allora verrebbe da chiedere: «Perché non si entusiasma?».
Forse questo bambino non ci turba, ma nemmeno ci entusiasma.
Eppure il Vangelo non lascia una terza possibilità o l’entusiasmo dei Magi oppure Il turbamento di Erode!
Eppure il Vangelo non lascia una terza possibilità o l’entusiasmo dei Magi oppure Il turbamento di Erode!
Poi c’è l’atteggiamento dei sacerdoti e dei “teologi”.
Consultati da Erode per saper dove sarebbe dovuto nascere il Messia, i Sacerdoti e i teologi non hanno alcuna difficoltà né esitazione a rispondere: «A Betlemme di Giudea, perché è scritto così nelle Scritture».
Essi sanno benissimo “dove” e sono anche in grado di indicarlo agli altri, ma essi non si muovono.
Non fanno neanche una piega e non vanno di corsa a Betlemme, come ci si sarebbe aspettato da persone che non attendevano altro che la venuta del Messia.
Non fanno neanche una piega e non vanno di corsa a Betlemme, come ci si sarebbe aspettato da persone che non attendevano altro che la venuta del Messia.
No! Restano fermi, nel loro tran-tran, nella comoda Gerusalemme.
Il massimo che riescono a fare è il “cartello stradale”, che ti dice la direzione da prendere, ma lui non si muove.
Anche noi tante volte siamo così!
Sappiamo bene cosa comporta seguire Gesù, dove bisogna andare, quali scelte sarebbe opportuno fare, quale direzione prendere e magari lo sappiamo spiegare e indicare anche agli altri, ma ci manca il coraggio di metterci in discussione, di muoverci e andare verso Betlemme.
Sappiamo bene cosa comporta seguire Gesù, dove bisogna andare, quali scelte sarebbe opportuno fare, quale direzione prendere e magari lo sappiamo spiegare e indicare anche agli altri, ma ci manca il coraggio di metterci in discussione, di muoverci e andare verso Betlemme.
Noi frati, sacerdoti e religiosi, poi, siamo espertissimi!
Infine ci sono i Magi!
Dio si è rivelato loro, come fa di solito, dall’interno della loro esperienza, utilizzando i mezzi che essi avevano a disposizione, ossia l’abitudine a scrutare il cielo.
Significa che – ad esempio – ad un medico Dio potrebbe rivelarsi utilizzando la sua abitudine a scrutare il corpo umano.
Significa che – ad esempio – ad un medico Dio potrebbe rivelarsi utilizzando la sua abitudine a scrutare il corpo umano.
Questo già porta con sé un bello spunto per noi: Dio si rende presente, si fa conoscere là dove siamo noi, nella nostra esistenza concreta. Nel caso dei Magi non ha aspettato che diventassero ebrei e si convertissero e frequentassero il tempio: ha sfruttato la loro abitudine a scrutare il cielo!
Ma la cosa più bella di questi Magi è la loro semplicità che li rende pronti: «Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo».
Non dicono: «Abbiamo visto spuntare la sua stella e dopo aver fatto tutte le considerazioni del caso, dopo aver calcolato la spesa, la convenienza, l’opportunità, valutati i rischi e i pericoli, ecc., ecc., avendo visto che non era eccessiva la spesa, che era conveniente e si poteva fare, allora siamo venuti per adorarlo».
Questa semplicità e fiducia dobbiamo assolutamente recuperare! Impariamo dai bambini!
Perché?
Perché, tra l’altro, solo dei Magi qui si dice che provarono una gioia grandissima.
Perché?
Perché, tra l’altro, solo dei Magi qui si dice che provarono una gioia grandissima.
Alla fine di questi giorni di Natale ci viene nuovamente presentata la figura di Maria.
I Magi incontrano Gesù quando entrano nella casa – che nel Vangelo di Matteo in particolare è simbolo della Chiesa – e qui è Maria ad offrire loro Gesù.
I Magi incontrano Gesù quando entrano nella casa – che nel Vangelo di Matteo in particolare è simbolo della Chiesa – e qui è Maria ad offrire loro Gesù.
Questa è la funzione di Maria!
Ad ogni sincero cercatore, Dio dona le luci che gli occorrono per arrivare ad incontrare Gesù: ai Magi la stella, ai pastori gli angeli, a Simeone l’illuminazione dello Spirito Santo, ad Anna la preghiera incessante.
Ma in ogni occasione l’incontro con Gesù – nella mangiatoia, nel tempio o qui nella casa di Betlemme - avviene sempre per il tramite di Maria.
Ma in ogni occasione l’incontro con Gesù – nella mangiatoia, nel tempio o qui nella casa di Betlemme - avviene sempre per il tramite di Maria.
«Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese».
Una volta incontrato Gesù e riconosciutolo come Signore – perché i Magi adorano il Bambino – non si può più tornare indietro per la stessa strada.
L’incontro con Gesù determina una qualche svolta.
Così anche noi non vogliamo tornare indietro dalla stessa strada da cui eravamo venuti, cioè esattamente come eravamo nel venire in chiesa.
Così anche noi non vogliamo tornare indietro dalla stessa strada da cui eravamo venuti, cioè esattamente come eravamo nel venire in chiesa.
NASCONDINO (Bruno Ferrero)
Il bambino arrivò a casa in lacrime.
Il nonno gli corse incontro e lo strinse tra le braccia.
Il bambino continuò a singhiozzare.
Il nonno lo accarezzò, cercando di calmarlo. «Ti hanno picchiato?» gli chiese.
Il bambino negò scuotendo la testa.
«Ti hanno rubato qualcosa?». «No» singhiozzò il bambino. «Ma che ti è successo, allora?» fece il nonno, preoccupato.
Il bambino tirò su con il naso, poi raccontò: «Giocavamo a nascondino, ed io mi ero nascosto proprio bene. Ero là che aspettavo, ma il tempo passava...
Ad un certo punto sono uscito fuori e... mi sono accorto che avevano finito di giocare ed erano andati tutti a casa e nessuno era venuto a cercarmi».
I singulti gli scuotevano il piccolo petto.
«Capisci? Nessuno è venuto a cercarmi».
Il nonno gli corse incontro e lo strinse tra le braccia.
Il bambino continuò a singhiozzare.
Il nonno lo accarezzò, cercando di calmarlo. «Ti hanno picchiato?» gli chiese.
Il bambino negò scuotendo la testa.
«Ti hanno rubato qualcosa?». «No» singhiozzò il bambino. «Ma che ti è successo, allora?» fece il nonno, preoccupato.
Il bambino tirò su con il naso, poi raccontò: «Giocavamo a nascondino, ed io mi ero nascosto proprio bene. Ero là che aspettavo, ma il tempo passava...
Ad un certo punto sono uscito fuori e... mi sono accorto che avevano finito di giocare ed erano andati tutti a casa e nessuno era venuto a cercarmi».
I singulti gli scuotevano il piccolo petto.
«Capisci? Nessuno è venuto a cercarmi».
I magi lo hanno cercato!
Pace e bene e buona Epifania del Signore.
Dal Vangelo secondo Matteo
Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”».
Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo».
Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.
Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo».
Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.
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