GIOVEDì 17 GENNAIO 2019 (Mc. 1, 40-45)
“Lebbra"
Quante volte la situazione di limite che viviamo ci diventa così “connaturale” che nemmeno più la vediamo.
La “salvezza” di questo uomo lebbroso è proprio la sua lebbra, una malattia che non si può nascondere, che suscita ribrezzo, che ti classifica tra gli scarti, una malattia che diventa una condizione.
A nessuno puoi nasconderla, né a te, né agli altri né a Dio!
È lì!
Sulla tua pelle!
Davanti ai tuoi occhi!
Dentro le tue narici!
Sul viso lontano di chi ti incrocia!
Sugli sguardi curiosi e sfuggenti di chi s’accorge!
Ebbene questa lebbra è la condizione che gli apre gli occhi a riconoscere che egli ha bisogno di essere purificato, fino alla supplica, in ginocchio e come un mendicante di cibo, mendica la salvezza.
Quanto ammiro quest’uomo per la sua umiltà nel non scappare dalla sua situazione, precursore di tutti coloro che non annegano nell’alcol o nella droga la loro “lebbra”, ma supplicano, ossia chiedono aiuto, si lasciano compatire, toccare…
Scende dal suo piedistallo e va da Gesù, riconoscendo in lui l’unico capace di avvicinarlo e di sanarlo.
Da quanti corriamo noi, prima di andare da Gesù.
Per molti di noi, se va bene, Gesù è l’ultima spiaggia, per quel lebbroso l’unica!
Solo Gesù sa accostarsi a lui lebbroso.
È questo che fa la differenza.
Ma finché non giungeremo nel fondo abissale del nostro male, difficilmente avremo l’ardire di gettarci in ginocchio davanti a Gesù e supplicarlo.
Giungere nel fondo di noi stessi e del nostro male ci permette di incontrare la compassione di Gesù e non solo di lasciarci toccare da lui, ma di desiderare che egli ci tocchi.
La lebbra permette a quell’uomo tutto questo.

ADESSO CREDO (Bruno Ferrero)
Una suora missionaria stava accuratamente curando le piaghe ripugnanti di un lebbroso. Faceva il suo lavoro sorridendo e chiacchierando con il malato, come fosse la cosa più naturale del mondo.
A un certo punto chiese al malato:
"Tu credi in Dio?".
Il pover'uomo la fissò a lungo e poi rispose:
"Sì, adesso credo in Dio".

Pace e bene, buona giornata!

Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito, la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato.
E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro».
Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.

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