LUNEDì 21 GENNAIO 2019 (Mc. 2, 18-22)
"Otri"
Tanti anni fa mi presentai da un sacerdote chiedendo spiegazioni su questo "cucire" e su questo "versare".
Mi sembrava incomprensibile, forse ero troppo giovane…
Poi un giorno accadde qualcosa di semplice, ma allo stesso tempo di illuminante.
Poi un giorno accadde qualcosa di semplice, ma allo stesso tempo di illuminante.
Ogni anno a casa mia si faceva arrivare del vino da qualche produttore privato: del Recioto, del Valpolicella e qualche volta anche del Valdobbiadene.
Quest’ultimo era particolarmente frizzante e quando lo si imbottigliava non era raro che qualche bottiglia troppo vecchia o poco robusta, scoppiasse a causa della fermentazione del vino.
Questa vivacità del vino mi ha fatto intuire il senso di questi detti di Gesù: se metti un vino così “giovane” e, quindi, così vivace in un otre vecchio, rinsecchito, il rischio che l’otre si rompa c’è. Così andrebbero perduti entrambi, vino ed otre.
L'otre cui si riferisce la piccola parabola è un recipiente di pelli morbide le quali sono ancora capaci di dilatarsi per favorire il respiro del vino novello in continua ebollizione.
Se fosse, invece, secco e rigido a causa dell'usura del tempo, l'otre non avrebbe più l'elasticità necessaria a sopportare la vivace pressione del vino nuovo.
Il vino buono e il vino nuovo sono il simbolo dell'agire e dell'insegnamento di Gesù che non si può contenere negli otri vecchi di schemi religiosi secolarizzati incapaci di aprirsi a nuove promesse.
Il rischio di cedere alla tentazione di ritornare al vecchio stile di un mondo chiuso sulle proprie certezze e abitudini è sempre in agguato.
Sin da subito è già presente, nella storia della Chiesa, la tentazione di aggiustarsi tatticamente per evitare le sfide continue della conversione del cuore.
Lo stesso vale per l'immagine del vestito e del rattoppo: non si può strappare un pezzo di stoffa da un vestito nuovo per rattoppare un vestito già logoro.
Così facendo si crea una tensione che sfilaccia il vecchio cosicché il nuovo rattoppo, in realtà, non serve a niente.
Papa Francesco afferma: «A vini nuovi, otri nuovi. La novità del Vangelo.
Che cosa ci porta il Vangelo? Gioia e novità.
Alla novità, novità; a vini nuovi, otri nuovi.
E non aver paura di cambiare le cose secondo la legge del Vangelo.
E per questo la Chiesa ci chiede, a tutti noi, alcuni cambiamenti.
Ci chiede di lasciare da parte le strutture caduche; non servono!
E prendere otri nuovi, quelli del Vangelo.
Il Vangelo è novità! Il Vangelo è festa!
E soltanto si può vivere pienamente il Vangelo in un cuore gioioso e in un cuore rinnovato.
Spazio alla legge delle beatitudini, alla gioia e alla libertà che la novità del Vangelo ci porta. Il Signore ci dia la grazia di non rimanere prigionieri, ma ci dia la grazia della gioia e della libertà che ci porta la novità del Vangelo».
Che cosa ci porta il Vangelo? Gioia e novità.
Alla novità, novità; a vini nuovi, otri nuovi.
E non aver paura di cambiare le cose secondo la legge del Vangelo.
E per questo la Chiesa ci chiede, a tutti noi, alcuni cambiamenti.
Ci chiede di lasciare da parte le strutture caduche; non servono!
E prendere otri nuovi, quelli del Vangelo.
Il Vangelo è novità! Il Vangelo è festa!
E soltanto si può vivere pienamente il Vangelo in un cuore gioioso e in un cuore rinnovato.
Spazio alla legge delle beatitudini, alla gioia e alla libertà che la novità del Vangelo ci porta. Il Signore ci dia la grazia di non rimanere prigionieri, ma ci dia la grazia della gioia e della libertà che ci porta la novità del Vangelo».
LA TAZZA TRABOCCANTE
Un saggio maestro giapponese, noto per la saggezza delle sue dottrine, ricevette la visita di un dotto professore di università, che era andato da lui per interrogarlo sul suo pensiero.
Il saggio maestro, secondo l'usanza, prima di tutto servì il thé: cominciò a versarlo, colmando la tazza del suo ospite, e poi continuò a versare tranquillamente, con una espressione serena e sorridente.
Il professore guardava il thé traboccare, ed era talmente stupito, da non riuscire a chiedere spiegazione di una distrazione così contraria allE norme della buona educazione.
Ad un certo punto non riuscì più a contenersi: "E' ricolma! Non ce ne sta più" - esclamò spazientito.
"Come questa tazza - disse il saggio imperturbabile - tu sei ricolmo della tua cultura, delle tue sicurezze, delle tue congetture erudite e complesse. E allora, come posso parlarti della mia dottrina, che è comprensibile solo agli animi semplici e aperti, se prima non vuoti la tua tazza?".
Il saggio maestro, secondo l'usanza, prima di tutto servì il thé: cominciò a versarlo, colmando la tazza del suo ospite, e poi continuò a versare tranquillamente, con una espressione serena e sorridente.
Il professore guardava il thé traboccare, ed era talmente stupito, da non riuscire a chiedere spiegazione di una distrazione così contraria allE norme della buona educazione.
Ad un certo punto non riuscì più a contenersi: "E' ricolma! Non ce ne sta più" - esclamò spazientito.
"Come questa tazza - disse il saggio imperturbabile - tu sei ricolmo della tua cultura, delle tue sicurezze, delle tue congetture erudite e complesse. E allora, come posso parlarti della mia dottrina, che è comprensibile solo agli animi semplici e aperti, se prima non vuoti la tua tazza?".
PACE E BENE E BUONA SERATA!
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, i discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno. Vennero da Gesù e gli dissero: «Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?».
Gesù disse loro: «Possono forse digiunare gli invitati a nozze, quando lo sposo è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare. Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora, in quel giorno, digiuneranno.
Nessuno cuce un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio; altrimenti il rattoppo nuovo porta via qualcosa alla stoffa vecchia e lo strappo diventa peggiore. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri, e si perdono vino e otri. Ma vino nuovo in otri nuovi!».
Gesù disse loro: «Possono forse digiunare gli invitati a nozze, quando lo sposo è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare. Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora, in quel giorno, digiuneranno.
Nessuno cuce un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio; altrimenti il rattoppo nuovo porta via qualcosa alla stoffa vecchia e lo strappo diventa peggiore. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri, e si perdono vino e otri. Ma vino nuovo in otri nuovi!».
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