MARTEDì 1 GENNAIO 2019 (Lc. 2, 16-21)
“Madre di Dio”
Da poche ore, salutato dai botti e dai tappi di spumante, l’anno nuovo ha fatto irruzione nella nostra vita.
«Buon anno!», e via strette di mano e baci e abbracci a non finire.
Ahh, se queste manifestazioni fossero intrise di speranza…Invece purtroppo in questo scambio di felicitazioni prevale più blu scongiuro che il senso della speranza cristiana.
È più la paura di un futuro minaccioso a farci dire quei «Buon anno!», che la speranza di un futuro migliore.
Eppure la Parola di Dio ci viene incontro con una benedizione: Dio ci accompagna in questo nuovo inizio con la sua benedizione!
È come la Bibbia che inizia con la parola “Bereshit” , ossia con la lettera “B” e non con la lettera “A”.
Così spiegano la cosa i maestri ebrei. La Scrittura e la Creazione inizia con la lettera “B” perché è l’iniziale di “Berakà” (Benedizione), mentre la lettera “A” è l’iniziale di “Arirà” (Maledizione). E la creazione scaturisce dalla benedizione di Dio.
Analogamente possiamo dire che il nuovo anno scaturisce dalla benedizione di Dio.
Il nuovo anno che inizia è posto come un bimbo appena nato tra le braccia di una donna e una mamma straordinaria: Maria.
Quando parliamo di Maria “Madre di Dio” dobbiamo innanzitutto considerare che “madre” non è un titolo come altri, che si aggiunge dall’esterno senza incidere sul essere stesso della persona, come ad esempio “dottore”, “ingegnere”, “avvocato” ecc.
“Madre” si diventa passando attraverso una serie di esperienze che lasciano il segno per sempre e modificano non solo il fisico della donna, ma anche la stessa coscienza che ella ha di sé.
È una di quelle “cose” che avvengono una volta per sempre: Mamma!
E noi diciamo che Maria non è semplicemente mamma, ma Madre di Dio.
Cosa ci suggerisce questa espressione?
Innanzitutto ci parla di Gesù.
Sì Maria è madre di Dio allora significa che Gesù è Dio. Altrimenti di Maria si dovrebbe dire solo che è madre di Gesù.
Allo stesso tempo significa che Gesù è vero uomo, a tutti gli effetti perché nato da una donna, Maria appunto.
Quindi in ultima analisi l’espressione “Madre di Dio” ci dice che Gesù è vero Dio e vero uomo.
Questo ci parla anche dell’umiltà di Dio.
In un con testo come quello degli ultimi anni in cui c’è addirittura chi ritiene che sia limitante per la dignità umana anche avere una mamma, e perciò le tecniche di fecondazione in-vitro sarebbero una conquista, perché libererebbero l’uomo dal bisogno degradante di dover avere una madre, ebbene in questo contesto noi proclamiamo: «Dio ha voluto avere una mamma!».
In Gesù, Dio è concepito, portato in grembo, partorito, allattato... Il Signore è stato per 9 mesi in una pelvi umana, di donna, in un utero di donna!
Dio ha scelto di trascorrere 9 mesi della sua vicenda storica in un grembo di donna: una mamma! In balia di questa donna!
Che dire? bellissimo?
Anche Dio ha voluto avere una mamma!
Cosa sarà mai allora la mamma?
Che invenzione divina la mamma!
Oggi, quando essere mamma sembra una malattia... Che cosa divina, invece, la maternità!
Il titolo “Madre di Dio” ci parla anche di Maria.
Dio chiama Maria mamma. Questo ci fa intuire la straordinaria bellezza, tenerezza, affidabilità di Maria.
Se Dio non ha avuto paura ad affidare il suo Figlio a Maria, come possiamo pensare noi di vivere facendo almeno di questa Madre?
Accogliendo un’intuizione di San Francesco di Assisi, possiamo dire che anche noi siamo chiamati a diventare “madri di Cristo”, attraverso l’ascolto della Parola di Dio e la messa in pratica. E Maria a questo ci conduce.
Ma come ci ricorda padre Raniero Cantalamessa, non è sufficiente concepire, occorre anche partorire: non è stato, in fondo, così anche per Maria?
Dobbiamo essere attenti perché è reale la possibilità di essere madri a metà.
Mi sono 2 tipi di maternità, diciamo così, incompleta.
L’aborto dove si concepisce senza però partorire.
La fecondazione in vitro dove si partorisce senza concepire.
Questo è possibile anche sul piano spirituale.
Concepisce Gesù senza partorirlo chi accoglie la Parola di Dio senza però metterla in pratica.
È come uno che continua a fare aborti spirituali, formulando propositi senza decidersi di attuarli.
Partorisce Gesù senza concepirlo chi fa tante opere, magari anche buone, ma che non provengono dalla Parola di Dio, dal cuore, ma da altrove: abitudine, ricerca di sé, ipocrisia filantropia…

E DIO CREò LA MAMMA (Bruno Ferrero)

Il buon Dio aveva deciso di creare... la mamma. 

Ci si arrabattava intorno già da sei giorni, quand'ecco comparire un angelo che gli fa: "Questa qui te ne fa perdere di tempo, eh?". 
E Lui: "Sì, ma hai letto i requisiti dell'ordinazione? 
Dev'essere completamente lavabile, ma non di plastica... avere 180 parti mobili tutte sostituibili... funzionare a caffè e avanzi del giorno prima... 
avere un bacio capace di guarire tutto, da una sbucciatura ad una delusione d'amore... e sei paia di mani". 
L'angelo scosse la testa e ribatté incredulo: "Sei paia?!". 
"Il difficile non sono le mani - disse il buon Dio - ma le tre paia di occhi che una mamma deve avere". 
"Così tanti?". 
Dio annuì. "Un paio per vedere attraverso le porte chiuse quando domanda "che state combinando lì dentro, bambini?", anche se lo sa già; un altro paio dietro la testa, per vedere quello che non dovrebbe vedere, ma che deve sapere; un altro paio ancora per dire tacitamente al figlio che si è messo in un guaio "capisco e ti voglio bene lo stesso".
"Signore - fece l'angelo sfiorandogli gentilmente un braccio - va' a dormire. Domani è un altro...". 
"Non posso - ripose il Signore - ho quasi finito ormai. 
Ne ho già una che guarisce da sola se è malata, che può lavorare 18 ore di seguito, preparare un pranzo per sei con mezzo chilo di carne tritata e che riesce a tenere sotto la doccia un bambino di nove anni". 
L'angelo girò lentamente intorno al modello di madre, esaminandolo con curiosità: "E' troppo tenera", disse poi con un sospiro. 
"Ma resistente - ribatté il Signore con foga - tu non hai idea di quello che può sopportare una mamma!". 
"Sa pensare?". 
"Non solo, ma sa anche fare un ottimo uso della ragione e venire a compromessi", ribatté il Creatore.
A quel punto l'angelo si chinò sul modello della madre e le passò un dito su una guancia: "Qui c'è una perdita", dichiarò.
"Non è una perdita - lo corresse il Signore - è una lacrima".
"E a che serve?".
"Esprime gioia, tristezza, delusione, dolore, solitudine, orgoglio".
"Ma sei un genio!", esclamò l'angelo. Con sottile malinconia Dio aggiunse: "A dire il vero, non sono stato io a mettercela quella cosa lì...".

Pace e bene, Buon Natale!

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato detto loro. Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall'angelo prima che fosse concepito nel grembo.

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