MARTEDì 15 GENNAIO 2019 (Mc. 1,21-28)
“Stupiti”
«Che è mai questo?».
Una domanda questa alla quale forse non prestiamo abbastanza attenzione, eppure è la chiave di tutta la prima parte (circa i primi 8 capitoli!) del Vangelo di Marco.
Infatti, nella prima parte, il Vangelo di Marco suscita proprio questa domanda: «Chi è questo Gesù?».
Domanda alla quale il Vangelo dà risposta nel passaggio tra le due parti - quando Pietro risponde alla domanda di Gesù sulla propria identità dicendo: «Tu sei il Cristo» (8,29) - e alla fine sotto la croce per bocca del centurione: «Davvero quest’uomo era Figlio di Dio!» (15,39).
Anche nel brano di oggi compare questa domanda guida: «Che è mai questo?» e nella domanda sull’operato di Gesù c’è anche la domanda sulla sua identità.
Gesù suscita stupore, meraviglia!
Non ci si può sottrarre a questo fenomeno.
Lo stupore è l’atteggiamento che prevale nel Vangelo davanti a Gesù: si stupiscono i Pastori, Maria e Giuseppe e si stupisce erode; si stupiscono le folle e si stupiscono gli scribi; si stupisce Pilato e si stupiscono i discepoli davnti al risorto.
Non c’è atteggiamento più adeguato.
Tuttavia c’è stupore e stupore.
Un conto è lo stupore dei Pastori e di Maria e Giuseppe, un conto è lo stupore di Erode.
Così un conto è lo stupore delle folle e un altro conto è lo stupore degli scribi.
È ciò di cui parlavamo anche in un altro post: davanti a Gesù si aprono due atteggiamenti simili, ma contrastanti. Simili perché entrambi sono stupore e meraviglia, contrastanti perché uno è credente, l’altro incredulo.
La “meraviglia credente” è quella di coloro che di fronte a Gesù dicono: «Ma guarda! Non avrei mai pensato questa cosa!».
Sono coloro che meravigliandosi si aprono e accolgono, perché affascinati.
Magari non ci capiscono niente, come i discepoli dopo che Gesù ha placato la tempesta sulla barca («Chi è mai costui al quale il vento e il mare obbediscono?»), ma sono aperti alla novità e approdano, attraverso la meraviglia, alla fede.
La “meraviglia incredula” è quella di coloro che dicono: «Non può essere così!».
Sono coloro che misurano Gesù e il suo Vangelo a partire dalle loro conoscenze e convinzioni e non sono disponibili alla rivelazione di un volto diverso di Dio da quello che loro conoscono.
Emblematico è il caso di quel paralitico al quale Gesù perdona i peccati.
Cosa dicono gli scribi e i farisei presenti? «Chi può rimettere i peccati se non Dio solo?».
Ed è vero! Hanno ragione!
Ma non possono accettare che Gesù abbia questo potere che solo Dio ha, perché loro sanno che Dio non può essere così.
Oppure quell’episodio in cui di Gesù si dice che non può essere un esorcista che viene da Dio, per cui sicuramente è alleato del capo dei demoni.
Essi arrivano, attraverso la diffidenza e il sospetto, all’incredulità.
A noi confrontarci con questa meraviglia, con questo stupore.
Ma c’è un altro atteggiamento delineato quasi di sfuggita dalla posizione dallo spirito impuro cacciato da Gesù: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!».
Solo i demoni nel Vangelo non si stupiscono!
Ci può essere un atteggiamento che non è né meraviglia incredula né meraviglia credente, ma sufficienza, un “sapere già tutto” che non giova a nulla e, anzi, porta alla contrapposizione.
Sapere che Gesù è il Santo di Dio è un inciampo, un impedimento, un peso («sei venuto a rovinarci!») fino al punto che è meglio andare nei porci – lo sentiremo più avanti – che avere a che fare con lui.
I demoni sanno bene chi è Gesù e non possono nasconderlo, ma questo è per loro una rovina.

LA MALATTIA PIÙ GRAVE (Bruno Ferrero)
Un giorno, a un luminare della medicina venne chiesto quale fosse la più grave malattia del secolo.
I presenti si aspettavano che dicesse il cancro o l'infarto.
Grande fu lo stupore generale quando lo scienziato rispose: "L'indifferenza!"
Tutti allora si guardarono negli occhi e ognuno si accorse di essere gravemente ammalato.
Infine gli domandarono quale ne fosse la cura.
E lo scienziato disse: "Accorgersene! "

Pace e bene e buona giornata!

Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafarnao,] insegnava. Ed erano stupìti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi.
Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui.
Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!».
La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.

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