MERCOLEDì 16 GENNAIO 2019 (Mc. 1, 29-39)
“Andiamocene!”
«Andiamocene altrove!».
Su che cosa si basa questa lucidità di Gesù e questa tranquilla decisione?
Gesù ha pregato!
Si dice semplicemente che Gesù pregava.
Questa è la condizione indispensabile per un vero discernimento: una “atmosfera” abituale di unione con Dio, ossia familiarità.
Gesù ha pregato!
Si dice semplicemente che Gesù pregava.
Questa è la condizione indispensabile per un vero discernimento: una “atmosfera” abituale di unione con Dio, ossia familiarità.
Non è nel momento in cui c’è una questione da risolvere, che possiamo creare questo clima di preghiera, questa familiarità. Se non ci sono abituali, non li avremo certo in quel momento.
Non saremo sulla stessa lunghezza d’onda di Dio e, quindi, saremo incapaci di riconoscere la sua volontà in quel momento a causa di tutte le tendenze che sono in noi e che ci tirano da una parte e dall’altra.
Non saremo sulla stessa lunghezza d’onda di Dio e, quindi, saremo incapaci di riconoscere la sua volontà in quel momento a causa di tutte le tendenze che sono in noi e che ci tirano da una parte e dall’altra.
Pietro va a cercare Gesù con gli altri tre.
Questo “cercare” è lo stesso verbo, che in altri contesti, è usato per descrivere una ricerca ostile, un inseguimento, come quando il re Saul insegue Davide per ucciderlo.
Quindi, quello di Pietro è un “cercare” non ancora puro, ma mosso da aspettative, da pretese personali.
In quel «tutti ti cercano!» c’è tutta l’ansia di voler accaparrarsi Gesù per i propri progetti.
«Tutti ti cercano!», sott’inteso: «Quindi vieni con noi e completa l’opera che hai iniziato».
In quel «tutti ti cercano!» c’è tutta l’ansia di voler accaparrarsi Gesù per i propri progetti.
«Tutti ti cercano!», sott’inteso: «Quindi vieni con noi e completa l’opera che hai iniziato».
Pietro pensa di sapere meglio di chiunque altro quello che Gesù deve fare, come deve essere. È lo stesso errore che commetterà più avanti a Cesarea (Mc. 8, 29-30).
Gesù ha una parola che non lascia repliche: «Andiamocene altrove!»
Cercare Gesù comporta un essere riplasmati da lui.
Gesù non è per nulla indifferente alla sofferenza dell’uomo se passa la sera e, probabilmente parte della notte, a guarire malati e cacciare demoni, al punto che tutta la città era davanti alla porta della casa di Pietro.
Gesù non passa indifferente nella vita di chi lo incontra, mai!
In questo brano c’è una ricorrenza così marcata della parola “demoni” o “indemoniati” e un ripetersi dell’attività esorcistica di Gesù che non possono essere casuali.
Anche la guarigione dalla febbre, che per noi sembra una cosa da poco – cosa serve per abbassare la febbre? Quando hai una tachipirina…che bisogno c’è di un miracolo? – in realtà ha un forte significato simbolico di sovranità sulle forze del male.
Infatti, ai tempi di Gesù, si attribuiva facilmente alla febbre un’origine diabolica.
Quando narra questo episodio l’ evangelista Luca, dice che Gesù “intimò alla febbre”, quasi la febbre fosse una persona.
Quando narra questo episodio l’ evangelista Luca, dice che Gesù “intimò alla febbre”, quasi la febbre fosse una persona.
Marco ci vuole dire la sovrana autorità di Gesù sulle forze del male.
Ecco perché colloca questa guarigione all’inizio del Vangelo, perché la vittoria su Satana è da “Prima Pagina”!
Ecco perché colloca questa guarigione all’inizio del Vangelo, perché la vittoria su Satana è da “Prima Pagina”!
Gesù guarisce con un gesto che è un misto di tenerezza e forza.
Gesù porge la mano e afferra - questo è il significato del verbo tradotto con “prendendola per mano” - la mano della suocera di Pietro.
Gesù porge la mano e afferra - questo è il significato del verbo tradotto con “prendendola per mano” - la mano della suocera di Pietro.
Indica una presa forte, che strappa la donna dalla sua posizione di malata e la rimetti in piedi, pronta addirittura a servire. È fatta nuova!
Il Signore ti afferra la mano e ti rimette in piedi!
Ma tendere la mano è anche un gesto di squisita tenerezza.
È così: Dio ci rimette in piedi con la forza della sua tenerezza.
È così: Dio ci rimette in piedi con la forza della sua tenerezza.
L’UOMO NEL POZZO (Bruno Ferrero)
Un uomo cadde in un pozzo da cui non riusciva a uscire.
Una persona di buon cuore che passava di là disse: «Mi dispiace davvero tanto per te. Partecipo al tuo dolore».
Un politico impegnato nel sociale che passava di là disse: «Era logico che, prima o poi, qualcuno ci sarebbe finito dentro».
Un pio disse: «Solo i cattivi cadono nei pozzi».
Uno scienziato calcolò come aveva fatto l’uomo a cadere nel pozzo.
Un politico dell’opposizione si impegnò a fare un esposto contro il governo.
Un giornalista promise un articolo polemico sul giornale della domenica dopo.
Un uomo pratico gli chiese se erano alte le tasse per il pozzo.
Una persona triste disse: «Il mio pozzo è peggio!».
Un umorista sghignazzò: «Prendi un caffè che ti tira su!».
Un ottimista disse: «Potresti star peggio».
Un pessimista disse: «Scivolerai ancora più giù».
Gesù, vedendo l’uomo, lo prese per mano e lo tirò fuori dal pozzo.
Pace e bene, buona giornata!
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva.
Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano.
Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui, si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!».
E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.
Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano.
Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui, si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!».
E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.
Commenti
Posta un commento