MERCOLEDì 30 GENNAIO 2019 (Mc. 4, 1-20)
“Parabole”
Gesù comincia a insegnare in parabole.
Come accostare questi insegnamenti di Gesù? Qual è la lente più adeguata per accostare questi testi, le parabole?
Direi che la chiave di lettura giusta potrebbe essere sintetizzata nella seguente domanda: cosa ci vuole dire Gesù di Dio, attraverso queste parabole?
Non essere troppo frettolosi nell’andare a cercare cosa la parabola mi dice di fare, ma cosa essa mi rivela di Dio: che volto di Dio emerge da queste parabole?
Il centro non è “cosa mi dice di fare?”, ma “chi è Dio?” e “come si comporta Dio?”.
Forse siamo un po’ presuntuosi quando pensiamo che il Vangelo sia stato proclamato semplicemente per dirci cosa dobbiamo fare noi.
In tal caso non credo che potremmo chiamarlo “buona notizia”.
La buona notizia è la rivelazione che Gesù ci offre del cuore di Dio!!! Da qui chiaramente scaturiscono norme, esigenze, etica, morale - ossia quello che dobbiamo fare noi - ma come conseguenza della bellezza della notizia che è stata rivelata.
La buona notizia riguarda chi Dio è e ciò che fa per noi!

Così, ad esempio, la parabola del seminatore con cui apre il discorso Gesù oggi, non mette al centro i terreni, ma la generosità del seminatore.
Il centro è il seminatore che “uscì a seminare” indipendentemente dai terreni.
Egli non fa una cernita dei terreni, semplicemente semina su ogni tipo di terreno.
È così largo e abbondante nella semina che getta seme dappertutto, anche dove solitamente non si getterebbe.
C’è il contrasto tra questa esuberanza nel seminare e i terreni che sono quello che sono.
Questo mette in evidenza che Dio non bada a spese nel gettare il seme, ossia nell’amare, nel donare.
Non calcola chi sei, quanto hai fatto, quanto non hai fatto, se sei sassoso, se sei superficiale, se hai delle spine o se sei preso dalle cose mondane.
Non parte da te per donarsi, ma parte dalla sua liberalità, dalla sua generosità, dalla sua magnanimità.
Ecco perché si raccolgono tanti insuccessi!
Gesù sta spiegando ai suoi come mai c’è l’irrompere del regno di Dio, della misericordia del Padre e c’è l’insuccesso.
Non è perché il seme non è vivo o potente, ma perché c’è un’esuberanza tale nel dono che Dio fa all’umanità, che mette in evidenza l’incapacità dell’uomo ad accoglierlo.
È la stessa dinamica della croce, che vedremo a suo tempo: troppo amore per essere accolto.
Dio non si dona solo a chi è certo che lo accoglierà.
Dio è disposto ad andare incontro anche all’insuccesso pur di raggiungere tutti.
Non va solo nel terreno buono, ma getta il seme su tutti i terreni nella speranza che tutti lo accolgano.
È quello che potremmo chiamare: “lo spreco” di Dio.
Pensiamo all’eucaristia: è un continuo dono che Dio ti offre indipendentemente che tu ci creda o non ci creda, che tu lo accolga o non lo accolga, che tu lo viva o non lo viva.
Egli rimane continuamente disponibile e lo puoi perfino profanare eppure egli non smette di essere eucaristia, nemmeno se tu ti avvicini da profanatore.
È questa la maestosa bellezza dell’amore di Dio, che sta lì anche quando tu gli sputi in faccia.
Noi invece lo immagineremmo come un riccio che se ti avvicini troppo si chiude perché ha paura che gli fai del male.
No!
Dio rimane lì sempre aperto per te.
Quindi gli insuccessi non dipendono dal seme il quale ha una potenzialità inaudita, come viene messo bene in evidenza dalla conclusione della parabola quando si dice che resero il trenta, il sessanta, il cento per uno.

Certo l’esuberanza del dono mette in evidenza anche la qualità dei terreni…
Questi diversi terreni non rappresentano necessariamente categorie di persone diverse, ma potrebbero anche farci pensare a ambiti o tempi diversi della stessa persona.
Alla fine, allora, possiamo anche chiederci: quando sei strada, terreno sassoso, pieno di rovi, terreno buono?
Oppure: in che ambito della tua persona sei strada, terreno sassoso, pieno di rovi, terreno buono?
Dio non semina solo quando a noi “gira bene”, ma sempre!
Gesù è disposto ad incappare anche in un “apparente” insuccesso in quell’ambito della tua persona, perché magari non trova lì ancora un terreno pronto ad accoglierlo. Ma non per questo egli non si dona.
Pensate se gettasse il seme, se si donasse solo se e quando lo accogliamo…forse avrebbe ancora il sacco pieno.
Oppure lo getta, ma siccome non siamo pronti ad accoglierlo, basta! Non lo getta più!

Siamo destinatari di un dono d’amore che non viene meno mai!
Questa è la buona notizia e la garanzia della nostra possibilità di salvezza!
Certo noi possiamo sciupare la grazia, ma non esauriamo la fonte!
Il Dio che ci ha rivelato Gesù non è un dio che ha dieci vagoni di grazia e l’undicesimo non ce l’ha, per cui se non sei salito entro il decimo, basta! Hai perso il treno!
Se no non si capisce perché Gesù è morto in croce.
Gesù morendo in croce ci dice che il treno di Dio ha vagoni senza fine.
Certo siamo noi che dobbiamo scegliere se salirvi o meno, ma di sicuro se non vi saliremo, non sarà perché Dio ha esaurito i vagoni.
Questa è la nostra speranza, perché magari oggi non ce la faccio a salire su quel treno e domani neppure e farò una fatica micidiale.
Ma ci sarà il momento in cui, a forza di seminare, Dio con la sua grazia mi renderà capace di salire su uno di quei vagoni.
Perché qual è l’intento di Dio?
Che tutti gli uomini siano salvi!

Egli getta il seme in ogni istante della nostra vita e in ogni ambito della nostra persona, sempre!
Egli pronuncia una parola per la nostra vita fraterna, per il nostro lavoro, per la nostra vita affettiva, per la nostra intelligenza, per la nostra vita spirituale, per la nostra salute, ecc.
E se quell’ambito non viene ancora trasformato, può darsi che sia ancora troppo sassoso, troppo spinoso, ecc.

Ma il seme viene gettato!

Qual è allora il volto di Dio che emerge da questa parabola?
Cosa dice Gesù di Dio, a te? A te!!! Nella situazione che vivi!!!
Quante volte sei attraversato dalla tentazione di perdere la speranza, perché non sei ancora cambiato, perché i tuoi peccati ci sono ancora…oppure perché l’altro non è ancora cambiato e i suoi peccati ci sono ancora…
Siamo destinatari di un dono d’amore che non viene meno mai!
Questa è la buona notizia e la garanzia della nostra possibilità di salvezza!

Buona giornata pace e bene

Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù cominciò di nuovo a insegnare lungo il mare. Si riunì attorno a lui una folla enorme, tanto che egli, salito su una barca, si mise a sedere stando in mare, mentre tutta la folla era a terra lungo la riva.
Insegnava loro molte cose con parabole e diceva loro nel suo insegnamento: «Ascoltate. Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; e subito germogliò perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde tra i rovi, e i rovi crebbero, la soffocarono e non diede frutto. Altre parti caddero sul terreno buono e diedero frutto: spuntarono, crebbero e resero il trenta, il sessanta, il cento per uno». E diceva: «Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!».

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