SABATO 5 GENNAIO 2019 (Gv. 1, 43-51)
"Natanaele"
I pregiudizi sono forse tra i peggiori nemici dell’uomo, perché impediscono l’accesso alla verità e senza verità non c’è libertà.
Natanaele è uno di noi, con i suoi pregiudizi, ma a differenza di tanti, non si lascia paralizzare da essi. Infatti, nonostante il suo pregiudizio per cui non si aspetta nulla di buono da Nazareth, si muove e si lascia condurre da Gesù.
I pregiudizi sono la morte delle relazioni, perché possono diventare come una sentenza inappellabile al punto che non si farebbe nessuno sforzo per andare da quel nazareno.
I Pregiudizi sono come dei loculi dai quali non si può più uscire.
Purtroppo il nostro cuore è spesso pieno di questi loculi: le persone le teniamo nel cuore come in un cimitero pieno di loculi.
Egli è di Nazaret e quindi non può esserci nulla di buono! Punto e stop!
Purtroppo il nostro cuore è spesso pieno di questi loculi: le persone le teniamo nel cuore come in un cimitero pieno di loculi.
Egli è di Nazaret e quindi non può esserci nulla di buono! Punto e stop!
Ma qui, Natanaele tradisce la sua rettitudine - quella che Gesù stesso poco dopo elogerà - non lasciandosi ingabbiare da quel pregiudizio.
Così Gesù può abbattere quel loculo, scoperchiarlo e meravigliare Natanaele il quale si rivela davvero un israelita limpido, trasparente.
Gesù abbatte i pregiudizi, perché egli è la Verità e apre tutti i nostri loculi trasformandoli in culle.
L’incontro con Gesù è contagioso e raggiunge con la sua novità anche la vita, forse un po’ rassegnata di quel israelita senza falsità.
In questo primo capitolo del Vangelo di Giovanni, in pochi versetti, assistiamo al diffondersi entusiasta della scoperta di Gesù.
Prima Andrea, poi Pietro, quindi Filippo, ora Natanaele. È un passaparola così contagioso da far invidia al potere, spesso solo superficiale ed effimero o, peggio, malefico dei “social network” odierni.
Prima Andrea, poi Pietro, quindi Filippo, ora Natanaele. È un passaparola così contagioso da far invidia al potere, spesso solo superficiale ed effimero o, peggio, malefico dei “social network” odierni.
Non c’è niente da fare, possiamo far finta che non sia così, ma Gesù è la novità a cui tutti aneliamo: tutti!
I DUE SPECCHI (Bruno Ferrero)
Un giorno Satana scoprì un modo per divertirsi. Inventò uno specchio diabolico che aveva una magica proprietà: faceva vedere meschino e raggrinzito tutto ciò che era bello e buono.
Satana se ne andava in giro dappertutto con il suo terribile specchio. E tutti quelli che ci guardavano dentro rabbrividivano: ogni cosa appariva deformata e mostruosa.
Il maligno si divertiva moltissimo con il suo specchio: più le cose erano ripugnanti più gli piacevano. Un giorno, lo spettacolo che lo specchio gli offriva era così piacevole ai suoi occhi che scoppiò a ridere in modo scomposto: lo specchio gli sfuggì dalle mani e si frantumò in milioni di pezzi.
Un uragano potente e maligno fece volare i frammenti dello specchio in tutto il mondo. Alcuni frammenti erano più piccoli di granelli di sabbia ed entrarono negli occhi di molte persone. Queste persone cominciarono a vedere tutto alla rovescia: si accorgevano solo di ciò che era cattivo e vedevano cattiveria dappertutto.
Altre schegge diventarono lenti per occhiali. La gente che si metteva questi occhiali non riusciva più a vedere ciò che era giusto ed a giudicare rettamente.
Qualche pezzo di specchio era così grosso, che venne usato come vetro da finestra. I poveretti che guardavano attraverso quelle finestre vedevano solo vicini antipatici, che passavano il tempo a combinare cattiverie.
Quando Dio si accorse di quello che era successo si rattristò. Decise di aiutarli.
Disse: "Manderò nel mondo mio Figlio. E' Lui la mia immagine, il mio specchio. Rispecchia la mia bontà, la mia giustizia, il mio amore. Riflette l'uomo come io l'ho pensato e voluto".
Disse: "Manderò nel mondo mio Figlio. E' Lui la mia immagine, il mio specchio. Rispecchia la mia bontà, la mia giustizia, il mio amore. Riflette l'uomo come io l'ho pensato e voluto".
Gesù venne come uno specchio per gli uomini. Chi si specchiava in Lui riscopriva la bontà e la bellezza e imparava a distinguerle dall'egoismo e dalla menzogna, dall'ingiustizia e dal disprezzo.
I malati ritrovavano il coraggio di vivere, i disperati riscoprivano la speranza. Consolava gli afflitti e aiutava gli uomini a vincere la paura della morte.
Molti uomini amavano lo specchio di Dio e seguirono Gesù. Si sentivano infiammati da Lui.
Altri invece ribollivano di rabbia: decisero di rompere lo specchio di Dio. Gesù fu ucciso. Ma ben presto si levò un nuovo possente uragano: lo Spirito Santo.
Sollevò i milioni di frammenti dello specchio e li soffiò in tutto il mondo.
Chi riceve anche una piccolissima scintilla di questo specchio nei suoi occhi comincia a vedere il mondo e le persone come li vedeva Gesù: si riflettono negli occhi prima tutto le cose belle e buone, la giustizia e la generosità, la gioia e la speranza; le cattiverie e le ingiustizie invece appaiono modificabili e vincibili.
Pace e bene, buona giornata!
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù volle partire per la Galilea; trovò Filippo e gli disse: «Seguimi!». Filippo era di Betsàida, la città di Andrea e di Pietro.
Filippo trovò Natanaèle e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret». Natanaèle gli disse: «Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi».
Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!».
Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».
Filippo trovò Natanaèle e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret». Natanaèle gli disse: «Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi».
Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!».
Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».
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