VENERDì 4 GENNAIO 2019 (Gv. 1, 35-42)
“Cercare"
«Che cosa cercate?».
Questa è una domanda che Gesù pone spesso ai suoi interlocutori anche se in modi diversi.
Non è una semplice domanda da inizio di conversazione, perché Gesù la pone a molti altri:
«Donna che cosa cerchi?» , «Che vuoi che io ti faccia?» , «Cosa desideri?» , «Perché mi chiami buono?» .
È una domanda attraverso la quale Gesù costringe ad entrare nel proprio cuore e a dare un nome ai propri desideri.
Gesù non dice «chi cercate?», ma «che cercate?». Ossia «che cosa cercate venendomi dietro? Perché venite dietro a me? Cosa c’è dentro questa ricerca?».
Una domanda molto importante alla quale mai abbiamo risposto fino in fondo.
La prima risposta spontanea, immediata è «maestro dove abiti?», ossia il desiderio di conoscere Gesù, di seguirlo.
È una bella risposta!
Ma accanto a questa ce ne solo altre che non vengono esplicitate o perché non riconosciute o perché censurate.
Infatti, lungo la strada emergono altre risposte.
Ad un certo punto Giovanni fa venire la mamma a parlare con il maestro.
Qual è il desiderio che emerge? Il primo posto, ossia dominare.
In un altro momento di fronte alle città che non vogliono accogliere il maestro Giovanni cosa fa?: «Maestro, ci penso io: lascia che faccia venire un fuoco dal cielo che li bruci tutti!».
È lo stesso giovane che aveva risposto «maestro dove abiti?». Ed ora emergono anche altri desideri: la volontà di dominio, il desiderio di emergere, il desiderio di gloria.
Anche in noi abitano tanti desideri che o non riconosciamo o non confessiamo e censuriamo.
È importante ascoltare e riconoscere i nostri desideri, per poterli ricondurre tutti al desiderio più profondo, quello che è “la madre” di tutti i desideri e che il Signore ha messo nel nostro cuore e che egli vuole realizzare il noi.
Se vogliamo sapere chi siamo dobbiamo interrogare i nostri desideri: io divento ciò che desidero!
E la domanda di Gesù vuole condurci lì dove c’è “la madre” di tutti i desideri.
I desideri in noi hanno una potenza incredibile hanno la potenza di configurare asse la nostra vita e noi davvero diventiamo ciò che desideriamo.
Quanto è importante, perciò, conoscere e riconoscere i desideri del nostro cuore e soprattutto saperli armonizzare attorno al desiderio “madre” di tutti i desideri, quello di cui ogni altro desiderio è un riflesso, un anelito!
Se impariamo sotto la guida di Gesù ad ascoltare i nostri desideri, vedremo come tutti ci parleranno di un unico desiderio.
Magari ce ne parleranno in maniera distorta, deformata, nascosta, ma tutti sono originati da un unico vero desiderio.
Il desiderio “madre” di tutti i desideri e comune a tutti gli uomini è la gioia. E se la vocazione dell’uomo è l’amore lo è perché solamente nell’amore si può giungere alla gioia.
Infatti di per sé la gioia non esiste, ma la si trova dentro un modo di esistenza e questo modo di esistenza è l’amore, al quale si perviene solamente seguendo Gesù!
CERCARE (Bruno Ferrero)
Ogni giorno il discepolo poneva la stessa doman¬da: «Come posso trovare Dio?». E ogni giorno ri¬ceveva la stessa misteriosa risposta: «Devi deside¬rarlo».
«Ma io lo desidero con tutto il mio cuore, no? Al¬lora perché non lo trovo?».
Un giorno, il maestro si stava bagnando nel fiu¬me con il discepolo. Spinse la testa del giovane sot¬t'acqua e ve la tenne mentre il poveretto si dibatteva disperatamente per liberarsi.
Il giorno dopo fu il maestro a iniziare la conver¬sazione: «Perché ti dibattevi in quel modo quando ti tenevo la testa sott'acqua?».
«Perché cercavo disperatamente aria». «Quando ti sarà data la grazia di cercare dispe¬ratamente Dio come cercavi l'aria, lo avrai trovato».

Pace e bene, buona giornata!

Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù.
Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa maestro –, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio.
Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro.

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