LUNEDì 4 FEBBRAIO 2019 (Mc.5, 1-20)
"Porci”
In quella mandria di duemila porci vediamo, di riflesso, quanto il diavolo vorrebbe operare in noi, contro e tra di noi.
I demoni sono operatori di morte e se non distruggono direttamente gli uomini è perchè l'uomo è una persona dotata di libertà e non possono fare di essa quello che vogliono.
Ma con i porci lo possono fare e li distruggono.
M a Gesù è l'anti-morte per eccellenza e dove arriva Gesù la morte non c'è più.
Dove c'è Gesù la morte muore!
Dove c'è Gesù la morte muore!
di fronte a Gesù i demoni sono debolissimi e sono costretti a chiedere il permesso.
E quello che sembra un segno della potenza devastatrice di satana (i demoni sono molti, legione, e i porci duemila), diventa invece la conferma della grandezza della vittoria di Gesù sulle forze del male.
La situazione degradata di quell’uomo in preda al potere dei demoni, ci ricorda che l’uomo è incapace di liberare l’uomo. Al massimo l’uomo segrega, allontana, elimina, ghettizza gli uomini che appaiono degradati dal male, ma non sa liberarli.
C’è proprio bisogno del Signore Gesù!
Colpisce però con tristezza la conclusione di questo brano del Vangelo.
"La gente venne a vedere cosa fosse accaduto" e uno si aspetterebbe "ed accolsero con gioia Gesù".
Invece "si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio".
Invece "si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio".
Incredibile!
Avevano paura di Gesù: «ti preghiamo: vattene!».
Si comportano proprio alla stessa maniera dei demoni: che tristezza!
Si comportano proprio alla stessa maniera dei demoni: che tristezza!
Ma non ci comportiamo anche noi così, a volte, quando percepiamo che accogliere Gesù come il Signore sbaraglia le nostre sicurezze?
Amiamo e preferiamo così tanto i nostri “porci” che allontaniamo il Signore.
Amiamo e preferiamo così tanto i nostri “porci” che allontaniamo il Signore.
Dal Vangelo, sembrerebbe che per quegli abitanti valesse più la vita di quei porci che non la liberazione di quell’uomo indemoniato.
C’è anche il contrasto tra la situazione di quell’uomo che vive in condizione quasi disumane, ridotto ai margini della socità civile, costretto a non vivere e la mandria di porci, animali impuri, che vengono invece trattati con cura, custoditi.
Sì! Viene proprio da dirlo: vale più la mandria di porci che la vita di quell’uomo.
A volte il Signore può chiederti di sacrificare i tuoi “porci” per la vita di tuo fratello, di tua sorella....
Cristo ha vinto Satana e l’ha gettato nel mare, ma l’ostilità degli abitanti di Gerasa rimane.
Ma Gesù lascia in quella erra un segno della sua potenza: l’uomo liberato.
Ma Gesù lascia in quella erra un segno della sua potenza: l’uomo liberato.
LA SANTA DOLCE DOLCE E IL FILO DI RAGNO (Bruno Ferrero)
Nella moltitudine degli eletti che abitano la grande casa di Dio, c’era una santa dolce dolce. Questa santa, giovane e curiosa, guardava ogni tanto in basso, nelle orrende profondità dove brulicano i dannati.
Il cuore della santa dolce dolce ne era profondamente turbato.
Fra i dannati aveva scorto un giovane uomo dagli occhi blu. E il suo cuore si era commosso ancora di più.
«Non è possibile che un uomo dagli occhi così belli debba patire le sofferenze eterne».
La santa dolce dolce si avvicinò a Dio e fece la sua richiesta: «Signore, ho visto laggiù, nell’inferno, un uomo che è là certamente per errore. Ha certamente fatto qualcosa di buono durante la vita…Magari qualcosina…»
Dio si lasciò intenerire dalla santa dolce dolce e le diede l’autorizzazione di consultare il libro della vita dell’uomo dagli occhi blu.
La santa aprì il grande libro della vita. Le prime pagine non erano incoraggianti e, più girava la pagine, più era costretta ad ammettere che l’uomo dagli occhi blu aveva commesso le peggiori infamie. E neanche uno straccetto di buona azione per riscattare la malvagità di quella vita.
Ma la santa non si disanimò e continuò a sfogliare il libro. Improvvisamente sobbalzò di gioia: «Ah! Quel giorno, l’uomo dagli occhi blu non schiacciò un ragno e lo lasciò vivere!»
Ma la santa non si disanimò e continuò a sfogliare il libro. Improvvisamente sobbalzò di gioia: «Ah! Quel giorno, l’uomo dagli occhi blu non schiacciò un ragno e lo lasciò vivere!»
La santa corse velocemente da Dio e gli annunciò la sua scoperta.
Colmo di bontà, Dio disse alla santa dolce dolce: «Ha salvato un ragno, dal ragno sia salvato».
Ed ecco un ragno cominciò a tessere un filo che scendeva velocemente verso i dannati dell’inferno.
L’uomo dagli occhi blu vide il filo, tese le braccia, mentre il ragno continuava la sua opera. L’uomo riuscì finalmente ad afferrare l’oggetto della sua speranza e cominciò ad issarsi a forza di braccia, salendo piano piano e avvicinandosi alla luce.
Improvvisamente però si rese conto che i suoi compagni di sventura si erano attaccati anche loro al filo e lo seguivano nella sua elevazione.
L’uomo dagli occhi blu vide il filo, tese le braccia, mentre il ragno continuava la sua opera. L’uomo riuscì finalmente ad afferrare l’oggetto della sua speranza e cominciò ad issarsi a forza di braccia, salendo piano piano e avvicinandosi alla luce.
Improvvisamente però si rese conto che i suoi compagni di sventura si erano attaccati anche loro al filo e lo seguivano nella sua elevazione.
«Mi romperete il filo!» gridò «Un filo di ragno non può sopportare tutto questo peso!» e cominciò a scalciare per costringere i suoi compagni a staccarsi.
Ma quei disperati si avvinghiavano ancora più forte all’esile filo.
Il movimento violento provocato dall’uomo dagli occhi blu però strappò il filo e la santa dolce dolce guardò a lungo l’uomo dagli occhi blu che vorticava e vorticava precipitando nel buio profondo che lo ingoiò per sempre.
Pace e bene e buona giornata!
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero all’altra riva del mare, nel paese dei Gerasèni. Sceso dalla barca, subito dai sepolcri gli venne incontro un uomo posseduto da uno spirito impuro.
Costui aveva la sua dimora fra le tombe e nessuno riusciva a tenerlo legato, neanche con catene, perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva spezzato le catene e spaccato i ceppi, e nessuno riusciva più a domarlo. Continuamente, notte e giorno, fra le tombe e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre.
Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi e, urlando a gran voce, disse: «Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!». Gli diceva infatti: «Esci, spirito impuro, da quest’uomo!». E gli domandò: «Qual è il tuo nome?». «Il mio nome è Legione – gli rispose – perché siamo in molti». E lo scongiurava con insistenza perché non li cacciasse fuori dal paese.
C’era là, sul monte, una numerosa mandria di porci al pascolo. E lo scongiurarono: «Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi». Glielo permise. E gli spiriti impuri, dopo essere usciti, entrarono nei porci e la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare; erano circa duemila e affogarono nel mare.
I loro mandriani allora fuggirono, portarono la notizia nella città e nelle campagne e la gente venne a vedere che cosa fosse accaduto. Giunsero da Gesù, videro l’indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura. Quelli che avevano visto, spiegarono loro che cosa era accaduto all’indemoniato e il fatto dei porci. Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio.
Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo supplicava di poter restare con lui. Non glielo permise, ma gli disse: «Va’ nella tua casa, dai tuoi, annuncia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ha avuto per te». Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decàpoli quello che Gesù aveva fatto per lui e tutti erano meravigliati.
Costui aveva la sua dimora fra le tombe e nessuno riusciva a tenerlo legato, neanche con catene, perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva spezzato le catene e spaccato i ceppi, e nessuno riusciva più a domarlo. Continuamente, notte e giorno, fra le tombe e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre.
Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi e, urlando a gran voce, disse: «Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!». Gli diceva infatti: «Esci, spirito impuro, da quest’uomo!». E gli domandò: «Qual è il tuo nome?». «Il mio nome è Legione – gli rispose – perché siamo in molti». E lo scongiurava con insistenza perché non li cacciasse fuori dal paese.
C’era là, sul monte, una numerosa mandria di porci al pascolo. E lo scongiurarono: «Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi». Glielo permise. E gli spiriti impuri, dopo essere usciti, entrarono nei porci e la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare; erano circa duemila e affogarono nel mare.
I loro mandriani allora fuggirono, portarono la notizia nella città e nelle campagne e la gente venne a vedere che cosa fosse accaduto. Giunsero da Gesù, videro l’indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura. Quelli che avevano visto, spiegarono loro che cosa era accaduto all’indemoniato e il fatto dei porci. Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio.
Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo supplicava di poter restare con lui. Non glielo permise, ma gli disse: «Va’ nella tua casa, dai tuoi, annuncia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ha avuto per te». Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decàpoli quello che Gesù aveva fatto per lui e tutti erano meravigliati.
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