VENERDì 1 FEBBRAIO 2019 (Mc. 4, 26-34) “Semi” Il Regno non avrebbe dovuto irrompere nel mondo con un’azione già completa, rivelatrice e definitiva? Invece anche “l’ultima” azione di Dio ha un inizio e un inizio piccolissimo, paragonabile al granello di senape che è il più piccolo di tutti i semi. Anche nel tempo del compimento Dio non pianta alberi, ma getta semi! Il centro della prima similitudine è il contrasto tra due tempi: - Quello brevissimo del contadino, sia per la semina che per la mietitura - Quello lungo del seme, in cui tutto si svolge nel segreto della terra La similitudine indugia su questo secondo tempo, tanto lungo da costituire per molti un problema: perché il seme tarda a manifestarsi, a far vedere i segni della sua vitalità? La similitudine dice: questo tempo è un tempo importantissimo, perché è tempo di crescita e di trasformazione. Non è tempo morto! Non è tempo di fallimento! Ohhh quanto è attuale questa Parola di Gesù! Quante volte siamo tentati...
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GIOVEDì 31 GENNAIO 2019 (Mc. 4, 21-25) “Lampada” La lampada di natura sua illumina e quindi non si mette sotto il letto, ma in un punto che le permetta di illuminare il maggior spazio possibile. Ricordiamo il principio, la chiave di lettura indicata ieri: Gesù con le sue parabole rivela chi è Dio. Quindi, innanzitutto, lampada è la Parola di Dio seminata in abbondanza e che viene offerta non per essere sotterrata, ma per essere messa in un punto per cui possa illuminare. La Parola di Dio è una lampada capace di illuminare e di mostrare la realtà delle cose. La luce ha questo di particolare: che non attira su di sé l’attenzione, ma permette di vedere la realtà. Mentre il buio attira l’attenzione su di sé e tu vedi il buio, la luce tu non la vedi, ma vedi le cose che la luce rende visibili. Così la Parola di Dio ci permette di cogliere la realtà nel suo più vero senso, così com’è agli occhi di Dio e, quindi, nella sua verità. È chiaro: quando ci si lascia illuminare dal...
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MERCOLEDì 30 GENNAIO 2019 (Mc. 4, 1-20) “Parabole” Gesù comincia a insegnare in parabole. Come accostare questi insegnamenti di Gesù? Qual è la lente più adeguata per accostare questi testi, le parabole? Direi che la chiave di lettura giusta potrebbe essere sintetizzata nella seguente domanda: cosa ci vuole dire Gesù di Dio, attraverso queste parabole? Non essere troppo frettolosi nell’andare a cercare cosa la parabola mi dice di fare, ma cosa essa mi rivela di Dio: che volto di Dio emerge da queste parabole? Il centro non è “cosa mi dice di fare?”, ma “chi è Dio?” e “come si comporta Dio?”. Forse siamo un po’ presuntuosi quando pensiamo che il Vangelo sia stato proclamato semplicemente per dirci cosa dobbiamo fare noi. In tal caso non credo che potremmo chiamarlo “buona notizia”. La buona notizia è la rivelazione che Gesù ci offre del cuore di Dio!!! Da qui chiaramente scaturiscono norme, esigenze, etica, morale - ossia quello che dobbiamo fare noi - ma come conseguenza della ...
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MARTEDì 29 GENNAIO 2019 (Mc. 3, 31-35) “Stanno fuori” Siamo di fronte a uno di quei testi che alcuni studiosi chiamano “testi del distacco”. Ossia testi in cui Gesù sembra prendere un certo distacco dalla Madre. In realtà egli colloca Maria tra coloro che gli sono veramente famigliari ponendola come rappresentante paradigmatica di questa nuova famiglia. Infatti chi più e meglio di lei ha fatto la volontà del Padre? Marco rappresenta anche visivamente questa scena così particolare in cui i parenti di Gesù lo vogliono trascinare a casa. Perchè “stanno fuori”? Perché non entrano? Perché lo mandano a chiamare e non vanno loro stessi da lui? Sembra quasi che siano loro a creare un distacco da lui e dalla sua gente, dai suoi discepoli. Questo quadretto dobbiamo tenerlo bene in mente per quando ci troveremo nel cenacolo dopo l’ascensione di Gesù e in attesa della Pentecoste. Infatti, là si dirà che tutti, parenti, discepoli e alcune donne erano concordi. Così, tramite questo c...
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LUNEDì 28 GENNAIO 2019 (Mc. 3, 22-30) “Beelzebul” Come si fa a confondere l’agire di Gesù con quello di uno spirito impuro!? Proprio per questo egli sfodera questo detto sul peccato contro lo Spirito Santo. Infatti, scambiare Gesù per il male, non voler riconoscere in Gesù la bontà di Dio che salva è una vera e propria bestemmia. Ed è una colpa non perdonabile, perché ci si pone da soli fuori, contro, non accogliendo il perdono che Gesù sta offrendo, scambiando l’agire di Gesù con quello di Satana. San Francesco attribuiva la stessa valenza al peccato di invidia, quando affermava: «Chiunque invidierà il suo fratello per il bene che il Signore dice e fa in lui, commette peccato di bestemmia, poiché invidia lo stesso Altissimo che dice e fa ogni bene». Colpisce l’atteggiamento di Gesù che anziché arrabbiarsi cerca con delicatezza il dialogo per far ragionare i suoi interlocutori. «Ma egli li chiamò…». Questo gesto parla da solo contro l’accusa insinuante degli scribi. Satan...
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DOMENICA 27 GENNAIO 2019 (Lc 1,1-4; 4,14-21) "Teofilo" "Per te, illustre Teofilo", scrive Luca nelle prime righe del suo Vangelo. È davvero interessante che la Chiesa ha mantenuto questa cornice iniziale ad uno dei 4 scritti che raccontano la storia di Gesù e del primo gruppo di discepoli, e che è considerata parte fondamentale del testo sacro. L'introduzione è una nota biografica personale che sembrerebbe secondaria rispetto a tutto il resto del testo. Mi sembra come la dedica scritta a mano che un autore fa ad un suo fan o amico, oppure la dedica speciale scritta per un libro che si riceve in regalo o si dona. Quel libro con quelle righe scritte nella pagina bianca dietro la copertina diventa però unico, anche in mezzo a tante altre copie identiche dello stesso scritto. L'evangelista prima di entrare nel pieno del racconto, spiega le ragioni del suo lavoro, il metodo seguito e il fine. Luca non inventa nulla, ma ha fatto ricerche accurate con...
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SABATO 26 GENNAIO 2019 (Lc. 10, 1-9) “Timoteo e Tito” Gesù si serve dei discepoli per agire nella storia. È Gesù che porta la salvezza, ma invia davanti a sé i suoi discepoli. Non sono i discepoli che salvano, ma Gesù sceglie e invia a due a due i discepoli davanti a sé in ogni città o luogo dove egli stava per recarsi. La loro presenza diventa accadimento del regno. Infatti, Gesù li esorta a dire: «È vicino a voi il regno di Dio”». Ma non sono loro il regno di Dio, bensì Gesù e il suo annuncio. Eppure c’è uno stile, un modo di essere dei discepoli che rende quel “dire” potente. San Francesco ha accolto questo stile come suo proprio e dei suoi frati. Lo stare come agnelli in mezzo a lupi e la povertà di mezzi sono già essi stessi evangelizzazione e rendono l’annuncio della vicinanza del regno di Dio parola convincente. Gesù lega la sua azione e la sua presenza efficace alla comunità dei suoi discepoli chiamandoli a incarnare essi stessi la novità del regno di Dio. In ques...
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VENERDì 25 GENNAIO 2019 (Mc. 16, 15-18) CONVERSIONE DI SAN PAOLO “Andate!” È un imperativo quello del Risorto che non lascia via di scampo: «Andate!». È un’esperienza, quella dell’incontro con il Signore Risorto, che non lascia le cose come stanno, ma le ribalta e ti segna in profondità in maniera irrimediabile. Egli si può permettere quell’imperativo: «Andate!». Quello che è accaduto a Paolo di Tarso è un incontro con il Risorto di questo tipo e così non può più essere quello di prima. Come si può essere così invasati da compiere azioni così cattive verso il prossimo e per di più fregiarsi del titolo di "seguaci di Dio"? Anche oggi, purtroppo, si sente parlare di persone o gruppi di persone che uccidono in nome della fede in Dio. Ecco, ciò di cui oggi noi tutti ci vergogniamo, Paolo di Tarso lo era. Ma era un uomo retto, irreprensibile, e l’incontro con il Signore gli ha cambiato la vita. In un attimo egli ha compreso chiaramente tre cose: la verità della risur...