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Visualizzazione dei post da novembre, 2018
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SABATO 1 DICEMBRE 2018 (Lc. 21, 34-36) “ Attenti ” La morte improvvisa di una persona cara, come è stata quella di Lorenzo l’altro ieri, ci prende per il collo attraverso il cuore. Assieme al turbinio di sentimenti e al dispiacere profondo per aver “perso” un caro compagno di viaggio, ti senti interpellato in prima persona dalla vita e dalla sua serietà. Le parole di Gesù di oggi e di domani, allora, suonano in maniera diversa dal solito e sembrano capaci di raggiungerti là dove solitamente non entri e non fai entrare nessuno, nemmeno il Signore. Non entri ed evadi anestetizzando il cuore – come direbbe Gesù – “in dissipazioni, ubriachezze ed affanni della vita”. Per questo tutto accade “all’improvviso” e quel giorno può piombarti addosso all’improvviso, perché tu vivi altrove, non “sul pezzo”. Per una donna che attende che il figlio torni a casa dalla guerra il suo arrivo sarà magari improvviso, ma non certo inaspettato e inatteso! Dipende sempre dal tipo di relazione che ...
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VENERDì 30 NOVEMBRE 2018 (Mt. 4, 18-22) Festa di sant’Andrea Apostolo “ SUBITO ” . Impressiona, quasi, questo avverbio che descrive la risposta dei primi quattro discepoli di Gesù: “subito!”. Nato a Betsaida, sulla riva del lago di Tiberiade, discepolo del Battista, Andrea fu uno dei primi a seguire il Signore e fu lui a portare Pietro, suo fratello, dal Rabbì di Nazareth. Quindi è verosimile che quello narrato nel vangelo di oggi non fosse il primissimo incontro con Gesù. Eppure quel “subito” rimane uno spintone non indifferente alla nostra fede pigra. Questa immediatezza e radicalità nel seguire Gesù, espressa dal loro “lasciare”, ci parlano di persone in ricerca, animate dalla speranza d’Israele. Gesù evidentemente non era un rabbì come gli altri. Ordinariamente erano i discepoli a scegliersi il maestro. Con Gesù le cose si invertono: è lui a scegliere e chiamare i suoi discepoli. Lo stesso Andrea andando a chiamare il fratello Simone dirà: «Abbiamo trovato il Messia!» e...
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GIOVEDì 29 NOVEMBRE 2018 ( Lc. 21, 20-28) “ ALZATE IL CAPO ” Ancora una volta l’invito alla speranza arriva in un contesto di apparente negatività. Ma come abbiamo già avuto modo di riflettere, tutti i cataclismi elencati in queste pagine evangeliche non sono catastrofi cosmiche, ma il prevalere della gloria del Risorto sulle presunte potenze del mondo e degli inferi. E’ il Signore, che si fa spazio e che viene, a far cadere astri, sole e luna e ogni altra cosa. I drammi che l’umanità vive non sono il segno che il male ha prevalso, ma che il bisogno di salvezza è colmo e, quindi, preludio del vincente irrompere del Signore sopra le vicende contorte e dolorose dell’umanità. L’arrivo del Signore è, per coloro che hanno sperato, in lui la salvezza. Pertanto il credente in Cristo vive nella storia con la speranza, che non è semplicemente un sperare che qualcosa avvenga, ma sperare in una persona che è fedele! La speranza cristiana così è l’atteggiamento che qualifica l’esistenz...
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MERCOLEDì 28 NOVEMBRE 2018 (Lc. 21,12-19) “ Nemmeno un capello ” Sembrano parole per altri tempi, queste di Gesù. In realtà sono più attuali di quanto non si creda. Un anno fa ho incontrato una suora che vive nella piana di Ninive, vicino a Erbil e mi raccontava proprio questo, ossia che addirittura i cristiani venivano denunciati dai parenti e dagli amici! “Mettere le mani addosso”, “consegnare”, “prigioni”, “trascinare”…sono tutte parole che richiamano violenza, ostilità, rabbia, ma Gesù le colora con la tonalità dell’amore: “a causa del mio nome”! E diventano quasi un motivo di vanto, come direbbe san paolo, il quale si vantava della croce del Signore nostro, Gesù Cristo (Gal. 6,14). E’ il vanto dell’amore, di essere amati così e di amare così, perché altamente amabile è l’amato! La persecuzione sembra essere una esperienza costitutiva del discepolo di Gesù, proprio perché è discepolo di Gesù. E diventa il luogo in cui si rivela che tipo di relazione abbiamo con Gesù. In...
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LUNEDì 26 NOVEMBRE 2018 ( Lc. 21, 1-4) “ VIDE ” Quello che qui accade materialmente è messo in luce dagli occhi di Gesù: i ricchi gettano le loro offerte e la vedova 2 monetine. Questa scena si svolge davanti alla "cassa del tesoro" del Tempio di Gerusalemme, sul lato settentrionale del cortile delle donne. Lì c'erano tredici casse a forma di tromba, con incisa la tipologia di offerte che bisognava mettervi dentro. L'offerta avveniva pubblicamente, davanti agli occhi di tutti: si doveva consegnare la cifra al sacerdote di turno, forse anche dichiarandola ad alta voce e quindi diventava un'occasione per l'ostentazione, specie per i ricchi. Ma il vedere di Gesù fa luce sul modo, sulla verità profonda delle cose e delle persone, per cui alla fine ne viene fuori che la realtà è il contrario dell’apparenza: i ricchi danno poco, mentre la vedova tutto, anzi tutta la vita che aveva. Questa breve scena sollecita alcune riflessioni. Innanzitutto i ricchi ...
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ciao cari DOMENICA 25 NOVEMBRE 2018 Solennità di Cristo Re dell’universo (Gv 18, 33-37) “ RE ” Ogni è l’ultima domenica dell’anno liturgico. E allora cosa ci vuole dire la liturgia con il celebrare oggi, in questa domenica, la festa di Cristo re? Ci dice che come l’anno liturgico termina con la solennità di Cristo Re dell’universo, così la storia dell’umanità culmina e si compie in Cristo Re Signore dell’universo e salvatore del mondo. Il senso della storia non lo stabiliscono i potenti della terra, i politici, gli imprenditori, i calciatori, gli attori, i miliardari… Il senso della storia lo mostra il Signore Gesù! Tutto converge a lui e tutto si compie lui, anche la storia degli uomini. Ma cosa significa dire che Gesù è re? Soprattutto oggi che la figura del re, almeno qui da noi, è quasi ormai dimenticata, obsoleta, superata. La maggior parte di noi sa chi è la figura del re perché l’ha studiata a scuola o l’ha sentita narrare nelle favole o vista nei cartoni animati...
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VENERDì 23 NOVEMBRE 2018 ( Lc. 19, 45-48) “Tempio” Questo stringato brano di Vangelo ci permette di abbozzare qualche riflessione significativa per la nostra vita. «…entrato nel tempio, si mise a scacciare…». L’evangelista Giovanni commenta che i suoi discepoli si ricordavano che sta scritto: lo zelo per la tua casa mi divorerà. In un altro passo sempre san Giovanni annota che Gesù camminava nel tempio nel portico di Salomone (Gv 10, 22). Chissà cosa provava Gesù a camminare nel tempio, a entrare nel tempio? Una volta una persona mi disse che quando entra in chiesa per una visita, ha come la percezione che il Signore le dica: «Finalmente sei arrivata! Ti aspettavo!». Pensate Gesù! Nel tempio dove c’era il “Santo dei Santi”, la “dimora dell’Altissimo”... e Gesù il Figlio suo che entra nel tempio… C’è da fare silenzio…..ssssccchhhhhhhhhhhh….silenzio e contemplare…… Noi come entriamo nelle chiese? Come stiamo nelle chiese? Nelle nostre chiese ci raduniamo a celebrare i...
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SABATO 24 NOVEMBRE 2018 (Lc 20, “ Viventi ” La provocazione dei sadducei è quasi irridente nei confronti di Gesù e della fede nella resurrezione dei morti. Ma è evidente che il loro modo di ragionare è fallace e presuppone un’idea di risurrezione banale. E’ il modo di ragionare di chi misura la realtà a partire dai propri schemi, illuso di avere compreso tutto quanto si poteva comprendere e, pertanto, chiuso a qualsiasi novità che non corrisponda ai propri schemi mentali. E’ quella che un noto teologo milanese, scomparso prematuramente negli anni ’80, Giovanni Moioli, chiamava “meraviglia incredula”. Ossia la meraviglia di coloro che dicono: «E’ impossibile che sia così!». Ma impossibile perché? Impossibile perché non rientra nel mio impianto intellettuale o esistenziale. Ossia non è come penso e comprendo io oppure contraddice il mio modo di vivere che non son disposto a mettere in discussione. Allora è più “comodo” dire che è la verità a non essere verità, ma un’opinione. E...
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GIOVEDì 22 NOVEMBRE 2018 ( Lc. 19, 41-44) “ Pianse ” . Colpisce questo pianto di Gesù… Deve aver impressionato non poco i suoi discepoli questo piangere di Gesù se l’hanno fissato nel Vangelo. E’ Vangelo il pianto di Gesù, una buona notizia! Che Gesù pianga sulla città di Gerusalemme è una rivelazione del cuore di Dio. Dio non è indifferente e se l’uomo si chiude e non accoglie il suo amore, piange. Ma soprattutto piange sulla sorte dell’uomo quando si chiude all’amore di Dio. A leggere bene è terribile la storia quando si pensa di poter far senza di Dio. Gesù vede la sorte della Città Santa che non vuole riconoscere in Gesù l’atteso salvatore. Queste lacrime sono l’amore di Dio per il suo popolo. «Il Signore ama le porte di Sion più di tutte le dimore di Giacobbe» canta il salmo 86 (87). Per questo Gesù piange! La storia dell’uomo quando spodesta Dio è un caos e degenera in violenza, trincee, distruzione… Ma il pianto di Gesù è anche motivo di speranza, perché ci...